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Caso Avastin-Lucentis, ora le Regioni chiedono i danni a Roche e Novartis

Toscana, Piemonte, Veneto e Lazio sono le prime ad annunciare cause civili per il risarcimento di danni milionari. Un accordo tra le due aziende le avrebbe costrette ad utilizzare un farmaco più costoso per la maculopatia e quindi a spendere più soldi pubblici

 

di MICHELE BOCCI

 

17 luglio 2019

 

Sul caso Avastin-Lucentis si muovono le Regioni. Dopo che il Consiglio di Stato ha confermato la sanzione da 184 milioni di euro dell’Antitrust ora le amministrazioni locali si preparano a chiedere i danni. La prima, oggi, a prendere posizione è stata la Toscana, che ha annunciato una causa civile da 43 milioni di euro. A stretto giro hanno detto che si muoveranno il Veneto, il Piemonte e il Lazio. Tutti vogliono il denaro in più che hanno speso a causa dell’accordo che, stando a quanto scoperto dall’Antitrust, hanno fatto le due multinazionali Roche e Novartis.

 

La vicenda va avanti da anni, tanto che la sanzione dell’Autorità è del 2014 (i cinque anni ci sono voluti per una decisione del Tar, una della Corte europea di giustizia e due del Consiglio di Stato). Alla base ci sono due farmaci. Il Lucentis di Novartis è indicato per la maculopatia, l’Avastin di Roche no (serve per un tipo di cancro) ma secondo gli oculisti e diversi studi scientifici è ugualmente efficace contro quella patologia. Il primo costa oggi circa 550 euro a puntura oculare, il secondo tra i 20 e i 30. Il fatto è che Roche non ha mai chiesto l’allargamento delle indicazioni (sempre secondo le accuse in accordo con Novartis) e quindi può essere usato solo off-label, cioè appunto al di fuori delle patologie per le quali è autorizzato. Tra l’altro questa possibilità è stata ufficialmente sancita da un’altra sentenza del Consiglio di Stato dell’altro ieri. Alcune Regioni come l’Emilia-Romagna anche prima di quella decisione sono comunque riuscite ad utilizzare Avastin ma in generale molti sono stati costretti ad utilizzare il ben più costoso Lucentis.

 

Alcune Regioni che ritengono di aver sostenuto una maggiore spesa rispetto a quella necessaria per curare la maculopatia, a causa dell’accordo tra le due farmaceutiche, adesso fanno causa per danni. Il governatore della Toscana Enrico Rossi ha detto di aver mosso l’ufficio legale regionale. “Se da un lato è giusto che la ricerca sia pagata bene – ha commentato – dall’altro è giusto che non ci siano soprusi, soprattutto laddove è possibile usare un farmaco che costa meno e ha le stesse qualità”. Il Veneto aveva anche ricorso insieme all’Emilia al Tar sulla vicenda, ora il governatore Luca Zaia diche che “la sentenza del Consiglio di Stato ci permette di mettere un punto fermo anche sui danni causati fino all'ultimo euro, cioè alla data di questo pronunciamento. I nostri legali hanno avviato il lavoro per quantificare il danno, procedura tecnicamente non semplice. Una volta conclusa l'attività di quantificazione, chiederemo indietro ogni euro che i nostri cittadini abbiano dovuto spendere (perché i fondi della sanità sono soldi della gente, pagati dalla gente con le tasse nazionali) senza giustificato motivo». L’assessore alla Salute del Lazio, Alessio D’Amato, dice che la sua Regione “aveva già presentato a febbraio scorso la richiesta di risarcimento per il danno subito e l’interruzione delle prescrizioni. Ora dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato intraprenderemo un’azione civile per il recupero delle somme dovute e il risarcimento del danno subito in merito ai medicinali Avastin e Lucentis per la cura di patologie oculistiche”.

 

Dal Piemonte il neo assessore Luigi Icardi dice di essere pronto a chiedere “9 milioni di euro di risarcimento danni a Roche e Novartis, coordinando l’iniziativa delle singole Asl regionali, che ne hanno diritto. Queste ultime, su invito della Regione, nel febbraio scorso avevano già provveduto a inviare alle società produttrici dei due farmaci una richiesta di risarcimento danni, con diffida e contestuale messa in mora”. Icardi dice di voler valutare anche “l’opportunità di creare un coordinamento tra le azioni delle singole Regioni”. Altre infatti in questi giorni potrebbero unirsi al gruppo già corposo di amministrazioni locali che chiedono i danni alle due aziende.

 

(La Repubblica)