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Borse deboli, lo spread vede i minimi da un anno

L'euro sbanda sulle ipotesi di revisione dei tassi d'inflazione Bce. Rosso pesante per Tokyo: Nikkei -1,97%. Il petrolio recupera

 

di RAFFAELE RICCIARDI

 

MILANO - Seduta debole per le Borse europee, dopo le vendite che hanno colpito gli scambi asiatici. Gli investitori non sono confortati dalle trimestrali in pubblicazione in questi giorni, che mostrano risultati incerti, mentre il fronte commerciale resta agitato. A preoccupare i listini dell'Est sono le scaramucce hi-tech tra Giappone e Corea del Sud, con limiti incrociati all'export di componenti fondamentali per la produzione di semiconduttori. Riverberano ancora, poi, le minacce di Donald Trump su possibili nuovi dazi alla Cina, che lasciano intendere quanto sia ancora lunga la strada per un accordo tra le due superpotenze.

 

All'ora di pranzo si è visto un improvviso calo del cambio euro/dollaro, fino alla soglia degli 1,12, sulle indiscrezioni, riportate da Bloomberg, sul fatto che la Bce possa rivedere il tradizionale target dell'inflazione nell'Eurozona (vicino al 2%), da circa 15 anni punto di riferimento delle politiche monetarie. Secondo l'agenzia, il presidente Draghi vorrebbe una maggiore flessibilità per rispondere meglio alle sfide del periodo post-crisi. La mossa potrebbe essere accompagnata da nuove misure di stimolo dell'economia di lungo termine. L'euro/dollaro è passato da quota 1,1235 fino a scendere a 1,1205 per poi recuperare a 1,1221.

 

Movimento anche sullo spread tra Btp e Bund che ha visto i minimi da un anno a quota 181 per poi risalire leggermente a 187 punti base, con il decennale italiano che offre l'1,56%.

 

In Europa Milano è l'unica a chiudere sopra la parità, in rialzo dello 0,05%. A Piazza Affari balzao per Trevi, dopo il via libera del cda al piano di ristrutturazione con annesso aumento di capitale. Tra i titoli a maggior capitalizzazione, bene Snam (+1,14%). In rosso le altre Piazze europee: Francoforte cede lo 0,92%, Parigi lo 0,38% dopo un passaggio in positivo e Londra lima lo 0,56%.

 

In territorio negativo Wall Street. Il Dow Jones perde lo 0,5%, il Nasdaq cede lo 0,56% mentre lo S&P 500 lascia sul terreno lo 0,21%. Pesante Netflix, che dopo il primo calo degli utenti Usa da molti anni perde il 10% circa.

 

La Borsa di Tokyo ha chiuso una seduta negativa, con l'indice Topix in rosso del 2,11% e il Nikkei relativo ai maggiori titoli in ribasso dell'1,97%. Tra i dati macroeconomici di giornata, proprio dal Giappone le esportazioni di giugno hanno segnato un calo del 6,7% annuo: peggio delle attese. Si estende così a sette mesi la striscia negativa in scia alla guerra commerciale in corso, che vede come novità le restrizioni imposte da Tokyo sulle esportazioni verso la Corea del Sud. Un fattore che lascia sperare è l'accordo bilaterale che dovrebbe essere raggiunto tra Giappone e Stati Uniti, e che dovrebbe essere limitato, tuttavia, soltanto ai settori auto e agricolo. Dalla Gran Bretagna le vendite al dettaglio di giugno segnalano una crescita mensile dell'1% (+3,8% tendenziale). Negli Usa, le richieste di sussidi per la disoccupazione risultano in linea alle stime a 216 mila, mentre l'indice Philadelphia Fed di luglio vola al top da un anno a 21,8 punti. Anche le chiusure cinesi sono state in pesante passivo, con Shanghai in perdita dell'1,04% e Shenzhen in ribasso dell'1,58%.

 

Tra le materie prime, il petrolio torna a scendere dopo il rimbalzo della mattina, con il contratto agosto Wti che scivola di quasi il 2% a 55,72 dollari al barile.

 

Debole anche l'oro, dopo il picco di ieri sopra i 1.430 dollari l'oncia, vicino ai massimi degli ultimi sei anni. Oggi il lingotto con consegna immediata si porta a 1.426 dollari l'oncia. L'inversione di tendenza è legata alle ultime indicazioni contenute nel Beige Book della Fed che, prevedendo il proseguimento della crescita economica negli Stati Uniti, ha posto qualche dubbio sul taglio dei tassi americani dato finora quasi per scontato.

 

(La Repubblica)