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Frenata dei fallimenti in Italia, l'edilizia riprende forza

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I dati Cribis, società del Gruppo Crif: nel primo semestre di quest'anno il numero di crac delle imprese italiane (5714) è diminuito del 4,2% rispetto allo stesso periodo del 2018

 

13 Agosto 2019

 

ROMA - Nel primo semestre di quest'anno il numero di fallimenti delle imprese italiane (5714) è diminuito del 4,2% rispetto allo stesso periodo del 2018 (5.966). La diminuzione dei crac è ancora più forte (-4,9%) se guardiamo al secondo trimestre del 2019. In generale, questo trend virtuoso - che è iniziato circa quattro anni fa - ha avuto un'accelerazione significativa nel 2017 (-15,7%).

 

L'Analisi dei fallimenti in Italia al secondo trimestre 2019 - condotta da Cribis, società del Gruppo Crif - nota anche però che aumentano nettamente i concordati preventivi che tra il secondo trimestre del 2018 (232) e l'analogo periodo del 2019 (293). Si registra dunque, a questa voce, una crescita del 26%, sebbene si rimanga lontani dai livelli toccati nel secondo trimestre del 2013 (984) e 2014 (915).

 

Nel settore edilizio il calo dei fallimenti è stato più evidente: il numero di aziende che hanno portato i libri in tribunale è sceso del 12,1%, dalle 589 del secondo trimestre 2018 alle 518 dello stesso periodo 2019.

 

Molto più contenuta la riduzione dei fallimenti nel comparto "servizi": le imprese arrivate al capolinea - tra aprile e giugno 2019 - sono state 661 contro le 701 (-5,7%) dello stesso trimestre 2018. Nell'industria ci sono stati 510 fallimenti contro i 517 del secondo trimestre 2018 (-1,4%). Nessuna variazione nel comparto commercio, dove le imprese fallite nel periodo in esame sono state 941.

 

Da inizio anno a oggi in Lombardia sono fallite 1206 imprese, lo 0,15% di quelle attive sul territorio. Stessa percentuale è stata registrata nel Lazio, dove in assoluto sono state 735 le aziende costrette a chiudere i battenti. L'incidenza dei fallimenti sul totale delle aziende attive risulta leggermente più bassa in Toscana (0,14%, 489 fallimenti), in Umbria (0,14%, 114), in Veneto (0,11%, 489) e in Sardegna (0,11%, 163).

 

Secondo l'analisi di Cribis questa quota è particolarmente esigua in Basilicata (30), Friuli Venezia Giulia (57) e Trentino Alto Adige (64), dove ha portato i libri in tribunale lo 0,06% delle imprese attive nelle singole regioni.

 

(La Repubblica)