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Continua il calo dell'industria: produzione -0,7% a luglio

Gli analisti si aspettavano un recupero, invece ormai da cinque mesi il confronto con il 2018 è in rosso. Si salva solo l'energia

 

10 Settembre 2019

 

MILANO - Il governo Conte bis ha promesso manovra di Bilancio che "dovrà indirizzare il paese verso una solida prospettiva di crescita e di sviluppo sostenibile, pur in un quadro macroeconomico internazionale caratterizzato da profonda incertezza".

 

Le parole pronunciate dal presidente del Consiglio, in occasione della richiesta di fiducia alla Camera, indicano un percorso difficile ma prioritario. Continuano a suggerirlo i dati macroeconomici, come l'ultimo arrivato sulla produzione industriale. Questa, a luglio, continua a diminuire: registra un calo dello 0,7% sia su base mensile che rispetto a luglio 2018 (che aveva anche un giorno lavorativo in più).

 

Lo ha rilevato l'Istat, segnalando che la flessione congiunturale si verifica per il secondo mese consecutivo, mentre in termini tendenziali il segno "meno" ricorre ormai da cinque mesi. "A eccezione dell'energia, tutti i principali settori di attività mostrano riduzioni, con un calo particolarmente marcato per i beni strumentali", commentano gli statistici.

 

Nel raffronto annuo, infatti, soltanto il comparto energetico si mette in luce (a luglio erano salite le bollette dell'elettricità, scese quelle del gas, e le temperature sopra la media hanno spinto all'uso dei conusumatori) con dinamiche positive: la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+6,4% per entrambi i settori), la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+5,1%) sono i settori migliori. Le flessioni più ampie si registrano invece nella fabbricazione di macchinari, attrezzature n.c.a. (-6,9%), nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-6,1%), e negli articoli in gomma, materie plastiche, minerali non metalliferi (-3,0%).

 

La produzione di autoveicoli a luglio è scesa del 14% su base annua. E la dinamica internazionale non aiuta certo l'Italia: la Germania è in forte rallentamento e lì è diretta una buona fetta del nostro export, composto da componenti e semilavorati che poi finiscono in tutto il mondo. "Nella media del trimestre maggio-luglio il livello destagionalizzato della produzione registra una flessione dello 0,3% rispetto ai tre mesi precedenti", dice l'Istat indicando una debolezza che ormai dura da troppi mesi e mette a rischio l'intero risultato del Pil.

 

Gli analisti di Intesa Sanpaolo si aspettavano infatti un recupero a luglio, spinto dalla componente energetica: pronosticavano una crescita annua dell'1%, pur sottolineando che "gli indici di fiducia delle imprese nel settore manifatturiero ancora non segnalano una chiara svolta espansiva nel comparto". E' andata molto peggio: pessimo presagio per l'intero terzo trimestre, dopo la stagnazione già rivista nel secondo periodo dell'anno. "Il rischio è che ora la stagnazione possa durare più a lungo del previsto", ha spiegato Paolo Mameli dalla banca, dopo il dato ufficiale. La stima sul Piò è infatti diventata piatta per quest'anno e in ripresa solo dello 0,3% il prossimo.

 

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E subito i consumatori sono partiti con gli allarmi. "Una Caporetto per l'industria italiana. Non ci sono più dubbi. L'Italia è attualmente in recessione. Iniziamo il terzo trimestre nel peggiore dei modi", afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori. "Se a questo aggiungiamo, che se si confrontano i dati di oggi con quelli precrisi del luglio 2007, la produzione è ancora inferiore del 19%, ossia quasi un quinto, il quadro è ancor più desolante". Per il Codacons è un "flop".

 

(La Repubblica)