News

Stipendi, le donne nei cda guadagnano il 70% in meno dei colleghi maschi

Aumentano le quote rosa nei board delle società quotate (36,2%), ma quelle con cariche esecutive restano al lumicino (11,9%). Così la forbice delle buste paga resta elevata

 

07 novembre 2019

 

Più donne nei posti di comando delle aziende, con una progressione a passo decisamente spedito. Ma ancora poche soddisfazioni, o comunque ben inferiori a quelle dei colleghi maschi, quando si arriva a fine mese a scartabellare il cedolino. "Nonostante la crescita della presenza femminile nei board, in termini retributivi è ancora enorme il gender gap", dice l'Executive Compensation Outlook 2019, uno studio che analizza i compensi degli executive manager e dei membri dei Board delle società quotate in Borsa Italiana realizzato da Badenoch + Clark Executive in collaborazione con l'Osservatorio JobPricing.

 

La crescita delle quote rosa

Il lato positivo dello studio è quello che annota come il numero delle donne nei board aziendali sia "cresciuto di circa 6 volte nell'ultimo decennio, arrivando al 36,3%. Questo trend è in grandissima parte da ascriversi all'introduzione della legge n. 120 del 12 luglio 2011 per la promozione dell'equilibrio di genere negli organi sociali delle quotate". Ma anche questo trend merita un approfondimento, che rende meno scintillanti i dati. "Nonostante questo quadro positivo - dicono gli analisti - si può osservare che i membri femminili con cariche esecutive nei board delle società quotate sono appena l'11,9%. Un dato che risulta decisamente inferiore alla percentuale di dirigenti donna nel mercato del lavoro italiano (32%) e alla percentuale di donne in profili non esecutivi

 

Ma due pesi in busta paga

"Minore accesso a posizioni di vertice si traduce automaticamente in minore opportunità di guadagno con un ampliamento, per le società quotate, del differenziale retributivo fra maschi e femmine: se tra i dirigenti italiani in generale il delta è in media poco superiore al 8%, guardando alle società listate in Borsa Italiana si arriva quasi al 70% (circa 200.000 euro l'anno). Se si considerano i profili non esecutivi si scende al 42,5% (circa 20.000 euro l'anno)", spiega ancora il report.

 

Se è vero che l'Italia oggi è al 82esimo posto su 144 paesi nel mondo per quanto concerne la capacità di colmare le differenze di genere inevitabilmente un riflesso di questo dato si ritrova puntualmente nei diversi package retributivi delle donne nelle posizioni apicali delle società quotate. Per esempio un dirigente donna, in Italia, guadagna circa 9 mila euro lordi in meno del collega uomo. Il divario di genere, infine, cresce in modo considerevole al crescere del volume di affari della società quotata, passando - per i manager con funzioni esecutive - dal 50,3% in aziende con fatturato fino a 100 milioni, all'86% in aziende con oltre 800 milioni.

 

Diego di Barletta, head of executive di Badenoch + Clark, annota come "il gender gap assuma dimensioni enormi nel caso di società quotate e la forte discrepanza non accenna a diminuire. Tuttavia, lascia ben sperare l'aumento delle donne nei board di società quotate che mostra trend positivo".

 

(La Repubblica)