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Dazi, intesa tra Usa e Cina per eliminare le tariffe a tappe. I listini Ue si rafforzano, Wall Street record

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Il portavoce del governo cinese parla di un accordo per rimuovere i dazi "per fasi". Germania, segnali negativi dalla produzione industriale. La Commissione Ue taglia le stime di crescita. Bce: restano rischi sulla crescita dell'Eurozona

 

di RAFFAELE RICCIARDI

07 Novembre 2019

 

MILANO - Le Borse chiudono positive in una seduta indirizzata dalle dichiarazioni giunte dal fronte commerciale Usa-Cina. Sarebbe ormai a portata di mano un accordo in base al quale le due superpotenze puntano a eliminare proporzionalmente le tariffe aggiuntive "per fasi", come ha dichiarato il portavoce del ministero del Commercio di Pechino, Gao Feng. Cina e Usa, ha detto Gao, "nelle scorse due settimane hanno condotto serie e costruttive discussioni per affrontare le specifiche preoccupazioni" e hanno raggiunto un "accordo in base al quale vorrebbero rimuovere le tariffe aggiuntive per fasi, per stabilizzare le aspettative di mercato e portare benefici alle economie di Cina, Stati Uniti e del mondo, e benefici ai consumatori e ai produttori". La guerra tariffaria con gli Usa, ha aggiunto Gao, "sarà terminata quando tutte le tariffe saranno eliminate". Parole che hanno contrastato l'effetto delle indiscrezioni diffuse soltanto ieri sera dalla Reuters, secondo la quale un incontro ai massimi livelli (Trump-Xi) per ratificare questa intesa sarebbe slittato almeno a dicembre.

 

Oggi ha prevalso l'ottimismo e alla fine Milano ha guadagnato lo 0,56%, poco sotto i massimi di giornata. A Piazza Affari hanno tenuto banco le vicende bancarie. Unicredit ha riportato i conti dei nove mesi sopra le attese e il mercato ha festeggiato, anche perché Mustier ha ceduto il suo pacchetto in Mediobanca. Giornata di conti anche in Generali, positiva in Borsa, mentre è andata in sofferenza Salini Impregilo dopo il via all'aumento di capitale. Occhi su Fca: l'agenzia di rating S&P ha messo in 'credit watch' positivo la società auto in vista di un possibile miglioramento del rating a lungo e breve termine.

 

Segno più anche per le altre Piazze del Vecchio continente: Londra avanza dello 0,1%, Francoforte dello 0,83% e Parigi dello 0,41%. Tokyo questa mattina ha guadagnato lo 0,11%. Dopo la debolezza della vigilia, Wall Street accelera con i listini americani che toccano i loro nuovi record storici sulla scia dell'ottimismo per un accordo commerciale fra Stati Uniti e Cina. Quando le Borse nel Vecchio continente si avviano alla chiusura, il Dow Jones aggiunge lo 0,8%, lo S&P500 sale dello 0,6% e il Nasdaq dello 0,7% circa.

 

L'andamento economico dell'Eurozona continua comunque a preoccupare. Dopo che i saggi di Berlino hanno tagliato le stime di crescita per la locomotiva tedesca, arrivano altre notizie negative: la produzione industriale in Germania è diminuita a settembre dello 0,6% rispetto ad agosto, registrando un risultato peggiore rispetto alle attese degli analisti (-0,4%). Su base annua la contrazione è stata del 4,3%, in questo caso leggermente migliore, riporta l'agenzia Bloomberg, delle stime degli analisti, che indicavano un calo del 4,4%. Anche nel bollettino della Bce si prende atto dei rischi: i dati più recenti, fra cui la crescita economica rallentata allo 0,2% nel secondo trimestre dallo 0,4% precedente, "continuano a indicare un'espansione moderata seppur positiva nell'area dell'euro nella seconda metà di quest'anno", scrive l'Eurotower. Preoccupa Brexit e il Consiglio conferma di esser pronto ad adeguare gli stimoli monetari per spingere l'inflazione ancora lontana dall'obiettivo vicino al 2 per cento. E per finire arriva il taglio alle previsioni di crescita da parte della Commissione Ue, che vede il Pil dell'area con la moneta unica all'1,1% per il 2019, dall'1,2% delle stime di luglio; per il 2020 c'è una limatura di 0,2 punti percentuali, a 1,2% rispetto all'1,4% delle stime estive; mentre per il 2021 la previsione si ferma a 1,2%.

 

Poco mosso lo spread tra Btp e Bund a 132 punti. Chiusura in calo per l'euro che termina la sessione nel Vecchio continente in zona 1,1045 dollari. Il biglietto verde beneficia dell'ottimismo sui dazi e si rafforza anche contro lo yen giapponese a circa 109,30. A 120,70 il cross tra la divisa unica europea e quella nipponica

 

Tra le materie prime, alla chiusura dei mercati europei il petrolio Wti sale dell'1,5% circa a quota 57,2 dollari al barile, il Brent aggiunge l'1,1% a 62,4 dollari. L'oro spot scivola dell'1,4% con il ritrovato appetito per il rischio e segna 1.470 dollari l'oncia.

 

(La Repubblica)