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Fine del paradiso fiscale svizzero per le multinazionali

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Domenica 19 maggio, il 66,4% dei votanti svizzeri ha dato l'approvazione definitiva in un referendum per eliminare i regimi fiscali di favore per le multinazionali in contrasto con i principi Ocse e Ue

 

di Matteo Rizzi

 

Fine del paradiso fiscale svizzero per le multinazionali sempre più vicina. L'amministrazione federale delle contribuzioni ha aggiornato gli elenchi delle modifiche di leggi fiscali degli anni 2019-2022 ed è stata pubblicata la «Legge federale sulla riforma fiscale e sul finanziamento dell'Avs» che entrerà in vigore dal primo gennaio 2020, la quale, secondo il governo, «garantisce la competitività del quadro normativo fiscale in Svizzera, contribuendo in maniera determinante a conservare l'attrattiva della piazza elvetica e conseguentemente a creare valore, posti di lavoro e gettito fiscale. Il progetto nasce dalla necessità di abrogare i regimi fiscali in vigore che non sono più compatibili con le norme internazionali». Domenica 19 maggio, il 66,4% dei votanti svizzeri ha dato l'approvazione definitiva in un referendum per eliminare i regimi fiscali di favore per le multinazionali in contrasto con i principi Ocse e Ue. La situazione attuale prevede una differenziazione tra le aliquote applicate alle società svizzere e quelle applicate alle società straniere: le prime versano un'aliquota dal 12 al 24%, nei diversi cantoni, le seconde sono soggette a un'imposizione dal 7,8 al 12%. L'addio al regime speciale sarà attenuato da misure cuscinetto. I diversi cantoni prevedono, infatti, un generale abbassamento delle aliquote e saranno introdotte ingenti detrazioni fiscali per ricerca e sviluppo. Ginevra, ad esempio, con il record per l'imposta sulle società più elevata del paese, con aliquota del 24,6%, ha già previsto una riduzione al 13,99%. Le riforme costeranno 2 mld di franchi l'anno (1,8 mld ) di entrate.

 

07/11/2019

(Italia Oggi)