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Clima, così le catastrofi sono diventate normali. Le polveri sottili 'rubano' sei mesi di vita ai nostri nipoti

Gli incendi in California e i minicicloni sull'Europa sono tutti fenomeni collegati in qualche modo al riscaldamento globale, che li accentua. Smog-killer, Italia da record

di MAURIZIO RICCI

17 Novembre 2019

Piano a maledire la prossima "domenica a piedi". E anche a scrollare le spalle davanti alla minaccia delle polveri sottili, che neanche si vedono. Chi ha più di 40 anni ha incrociato spesso racconti sul mitico smog di Londra. E tutti, in questi anni, hanno visto in tv le drammatiche immagini delle città cinesi avvolte nella pesante nebbia dell'inquinamento. Ma è in Italia che lo smog uccide di più. Ed è in Europa che il veleno dei corpuscoli microscopici rilasciati nell'atmosfera dai combustibili fossili, come benzina e gasolio, miete più vittime: quasi 6 morti ogni 10 mila abitanti. In Cina e in India sono - proporzionalmente - di meno.

Il conto lo ha fatto l'autorevole rivista inglese Lancet, in un progetto in con la World Bank e l'Oms, l'Organizzazione mondiale della sanità, che ha recentemente lanciato l'allarme più preoccupato contro le polveri sottili che attaccano i polmoni e il sistema cardiovascolare: in questo caso, non esiste una soglia di sicurezza, sotto la quale l'esposizione è innocua. Possono far male comunque: nel mondo, causano 3 milioni di morti l'anno. E di più possono determinarne in futuro. Ancora una volta, per via del cambiamento climatico.



Gli scienziati esitano sempre ad attribuire singoli fenomeni al riscaldamento globale del pianeta. Tuttavia, sono sempre più convinti che, anche non si può individuare, volta per volta, uno specifico fenomeno di causa-effetto, il cambiamento climatico renda sempre più sottile la differenza fra eventi normali ed eccezionali e sempre più facile che un fenomeno abituale diventi, invece, catastrofico, anche se non è stato l'effetto serra a determinarlo direttamente.

Venezia conosce bene l'acqua alta, ma raramente in queste dimensioni. L'innalzamento dei mari, determinato dal riscaldamento globale, ha reso più drammatica l'ondata attuale e più facile che si ripeta in futuro. Novembre è il mese tradizionale delle piogge, ma se aree dell'Inghilterra orientale sono state letteralmente inondate e l'Italia è battuta, in questi giorni, da una serie di minicicloni è perché il caldo estivo si è prolungato fino ad ottobre. Un grado in più nell'atmosfera significa 7 per cento in più di vapor acqueo: l'aria più umida, calcolano gli scienziati, scarica mediamente il 10-20 per cento di pioggia in più, spesso in scariche violente. Tanto per mettere le mani avanti, in attesa dell'inevitabile tweet di Donald Trump: paradossalmente, proprio il riscaldamento globale, caricando di umidità l'atmosfera, scaricherà al suolo, nelle prossime settimane, nevicate abbondanti. Al capo opposto del meteo, le ondate di incendi in California e in Australia non sono una novità in quelle regioni. Ma le siccità più vaste e più prolungate ne moltiplicano impatto e diffusione.

Vale anche per le polveri sottili. Non è il riscaldamento globale a generarle, ma il cambiamento climatico le rende più letali, perché i loro effetti sull'organismo sono più frequenti e più incisivi quando l'aria è secca, calda, ferma, come accade quando l'atmosfera si riscalda. E' un caso di scuola della necessità di calcolare, quando si valuta il prezzo da pagare per far fronte - con tasse, incentivi, vincoli all'uso dei combustibili fossili - al cambiamento climatico, i costi indiretti del riscaldamento globale. Le corvées dei pompieri in California e in Australia, le case e i beni distrutti, asciugare Venezia, da San Marco in giù, oggi e con buona probabilità di rivedere tutto questo in futuro, va su quel conto. E anche i morti per le polveri sottili. Lancet fa un calcolo ad occhio, valutando 50 mila euro (è lo standard Ue) il peso finanziario di ogni singolo decesso. Su questa base, le polveri sottili sono costate all'Italia, nel 2016, 20 milioni di euro, a fronte di oltre 45 mila morti premature. E' il peggior risultato d'Europa, dove il conto complessivo sfiora i 130 milioni di euro.

Ma non è solo questione di soldi. Il tasso di polveri sottili nell'atmosfera delle città sta lentamente scendendo, ma se restasse al livello attuale sino a fine secolo, toglierebbe, mediamente, quasi sei mesi di vita ai nostri nipoti.



(La Repubblica)