News

I contanti? I giovani li usano solo per piccole spese

Mentre si discute, in occasione dell’approvazione della Manovra finanziaria, di pagamenti digitali e tracciabili, emerge che il borsellino elettronico ha di fatto già sostituito quello tradizionale. Almeno tra le nuove generazioni: solo un under 30 su 4 usa banconote e monete. Il trend è confermato da una ricerca Think Young-Fondazione De Gasperi

Pagina a cura di Tancredi Cerne

Contante addio. Nei giorni in cui si discute, in occasione dell'approvazione della Manovra finanziaria, di pagamenti digitali e tracciabili, emerge che il borsellino elettronico ha di fatto già sostituito quello tradizionale. Almeno tra le nuove generazioni dove monetine e banconote assumono un ruolo sempre più marginale nella vita di tutti i giorni e vengono riservate a piccole spese come il caffè al bar. Vuoi per la dimestichezza all'utilizzo di strumenti di pagamento digitale, vuoi per la propensione agli acquisti online, ben superiore rispetto a quella delle persone più anziane. Un trend sotto gli occhi di tutti, confermato da una ricerca realizzata a livello europeo da Think Young, in partnership con Fondazione De Gasperi. Dopo aver coinvolto in un'inchiesta 2 mila giovani tra i 18 e i 29 anni residenti in Germania, Francia, Italia, Polonia e Spagna, si è arrivati a poter dire con certezza che solo un giovane su quattro oggi in Europa utilizza ancora il contante per le sue spese di tutti i giorni. Un risultato piuttosto forte, che mostra la portata della digitalizzazione dell'economia tra le nuove generazioni. Secondo lo studio, infatti, il 75% degli intervistati ha dichiarato di utilizzare quotidianamente almeno uno strumento di elettronico pagamento, dalla carta di credito a paypal, da Apple pay ai bitcoin. «Il motivo di questa radicale adozione è da ricercarsi nella consapevolezza verso i nuovi strumenti finanziari da parte delle nuove generazioni, a volte più consolidata che negli adulti», ha spiegato Francesco Luongo, presidente della coalizione Consumer For Digital Payment (iniziativa del Movimento difesa del cittadino, Asso-consum e U.Di.Con per informare i consumatori e per promuovere i pagamenti elettronici). «I giovani europei hanno una sensibilità e una fiducia maggiore nei confronti delle nuove tecnologie che non vedono con sospetto, ma al contrario credono nella loro sicurezza ed efficacia». Una fiducia che va a braccetto con la conoscenza delle possibilità offerte dalle tecnologie per superare i limiti e la rigidità del denaro contante. Secondo l'indagine, infatti, il 97% degli intervistati ha mostrato di conoscere piuttosto bene il funzionamento della moneta elettronica. Tanto che il 29% ha dichiarato di effettuare pagamenti digitali più volte al giorno mentre il 46% almeno una volta. Nonostante questo, l'84% degli intervistati ha ammesso di servirsi ancora del contante per effettuare piccoli acquisti quotidiani (come il caffè) per cui l'utilizzo della carta di credito o il supporto dei pagamenti via telefono non appaiono ancora molto diffusi. La maggior parte degli intervistati fa uso infatti del contante in luoghi in cui non sono accettate altre forme di pagamento, come bancarelle, bar e per transazioni tra amici. Mentre al contrario, le categorie di spesa per cui vengono prevalentemente utilizzati i sistemi di pagamento elettronico sono le spese quotidiane in negozi fisici (con una maggior diffusione al Nord e Centro Italia, soprattutto da coloro che utilizzano prevalentemente le carte di debito) e per acquisti online (con una maggior diffusione al Sud, soprattutto dagli utilizzatori prevalenti di digital wallet, ossia portafogli digitali, ritenuti dal 36% del campione più sicuri rispetto alle frodi). «I giovani italiani utilizzano i pagamenti elettronici perché di semplice utilizzo, efficaci e sicuri. Tuttavia, a causa soprattutto di un basso interesse dei nostri giovani in materia economica, i millennial italiani sono i più frequenti utilizzatori del contante: oltre il 34% di loro lo utilizza per più di una transazione al giorno», ha proseguito Luongo secondo cui questo dato mette in luce il profondo gap dell'Italia rispetto al resto d'Europa. «Da noi manca una vera educazione finanziaria che vada a orientare i giovani, ma non solo, verso gli strumenti finanziari, sensibilizzandoli su questi temi per comprenderne le potenzialità», ha aggiunto l'esperto. Nonostante questo, il futuro sembra giocare tutto a favore di queste nuove forme di pagamento digitale. Stando ai dati della ricerca, infatti, il 45% degli intervistati si è detto convinto che le nuove tecnologie contactless contribuiranno in maniera significativa alla diffusione dell'utilizzo dei sistemi di pagamento elettronico. In questo senso, i fattori cruciali riguardano soprattutto la facilità (70%) e la velocità di utilizzo (62%) e, in seconda battuta, la maggiore sicurezza rispetto al contante (43%). «Sebbene i giovani capiscano le potenzialità di questi strumenti non vogliono assolutamente dare per scontato il fattore sicurezza», ha concluso il presidente della coalizione Consumer For Digital Payment. «Per questa ragione, per portare a una maggior adozione degli e-payment, le aziende dovranno dotarsi di nuove tecnologie di sicurezza, tra cui spicca il riconoscimento biometrico, attraverso impronta digitale o facciale».

Il futuro degli e-payment. Se le nuove tecnologie continueranno a mantenere alta la fiducia dei cittadini, quasi 2,1 miliardi di consumatori in tutto il mondo utilizzeranno portafogli digitali per i propri pagamenti entro il prossimo anno. Valore che rappresenta una crescita di quasi il 30% rispetto agli 1,6 miliardi di consumatori che l'anno scorso hanno utilizzato i portafogli digitali. Un dato, quello presentato dagli esperti di Juniper Research, che mette in luce la netta predominanza di tre operatori virtuali che tenderanno a spartirsi il mercato di qui al prossimo futuro. Si tratta di PayPal, Alipay, e WeChat Pay. Accanto a questi, si assisterà al proliferare di società più piccole e specializzate che andranno a ritagliarsi delle nicchie di mercato tutt'altro che risibili. È questo il caso, per esempio, dei provider di pagamenti elettronici legati ad aree rurali o in via di sviluppo dove non è presente una rete capillare di sportelli bancari o di bancomat. Come l'operatore kenyota, M-Pesa, una sorta di banca virtuale che permette di effettuare pagamenti direttamente attraverso l'uso del telefono cellulare. Così facendo, l'operatore è riuscito a raggiungere i 28 milioni di clienti in Kenya, uno Stato di 45 milioni di abitanti, rivoluzionando il sistema di trasferimento di denaro all'interno del Paese. La diffusione dei pagamenti digitali ha contagiato anche il mondo asiatico. In Cina Alipay (che fa capo a Ant Financial) e WeChat Pay (del Gruppo Tecent) rappresentano i primi operatori finanziari concentrando il 94% del totale delle transazioni finanziarie via mobile effettuate nel Paese. Situazione diversa negli Stati Uniti dove il boom dei pagamenti digitali non rappresenta un elemento di novità grazie alla diffusione capillare, già da decenni, delle carte di credito e di debito, comunemente accettate e utilizzate. In questo caso, secondo gli esperti, il mobile payment sembra quindi destinato a fare il suo ingresso in punta di piedi tra i consumatori a stelle e strisce, fedeli invece ai programmi di «rewards» associati all'uso delle carte.



18/11/2019

(Italia Oggi)