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Ex Ilva, la procura di Milano indaga anche per omessa dichiarazione redditi

Gli inquirenti indagano inoltre per distrazione di beni senza concorso del fallito e per false comunicazioni al mercato

 

di redazione Roma

 

 

La procura di Milano indaga anche per omessa dichiarazione dei redditi nel caso ArcelorMittal-ex Ilva. È quanto trapela da fonti a conoscenza dei fatti. Gli inquirenti indagano inoltre per distrazione di beni senza concorso del fallito e per false comunicazioni al mercato. I pm milanesi stanno valutando gli effetti delle dichiarazioni del colosso franco-indiano nelle scorse settimane sulle quotazioni dell'acciaio. L'ipotesi di reato di omessa dichiarazione dei redditi riguarda un fascicolo 'a latere' dell'inchiesta. Il filone è relativo all'attività del colosso dell'acciaio in Italia prima della creazione della società italiana, per fatti avvenuti fino al 2015. E la Procura di Milano ha sentito questa mattina due dirigenti di ArcelorMittal come persone informate sui fatti. Secondo quanto trapela, i dirigenti si occupano dell'area commerciale del gruppo franco-indiano. Gli inquirenti starebbero raccogliendo informazioni sugli ordini del materiale acquistato dalla società per poi confrontarlo con l'inventario; l'obiettivo è verificare se ci sia stato o meno un depauperamento della societa' ex Ilva.

 

Si fa pesante l'aria per i vertici della ArcelorMittal impegnati nella vicende dell'ex Ilva di Taranto. Perquisizioni e sequestri da parte della Guardia di finanza negli uffici di Taranto dell'azienda franco-indiana. L'intervento è stato disposto su delega della procura di Taranto nell'ambito dell'inchiesta avviata dopo l'esposto presentato dai commissari dell'ex Ilva in amministrazione straordinaria. E militari del nucleo di Polizia economica e finanziaria della Guardia di Finanza di Milano hanno cominciato a perquisire gli uffici milanesi di ArcelorMittal, in via Brenta, nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Milano per distrazione di beni da fallimento e aggiotaggio informativo. Allo stato il fascicolo con ipotesi di reato è a carico di ignoti. Tra i documenti contabili che la Gdf di Taranto sta acquisendo negli uffici dello stabilimento siderurgico ArcelorMittal, su delega della procura, ci sono quelli che riguardano l'acquisto delle materie prime e la vendita dei prodotti finiti, considerando le ingenti perdite segnalate dalla multinazionale rispetto alla gestione commissariale. L'inchiesta è coordinata dal procuratore di Taranto, Carlo Maria Capristo, con l'aggiunto Maurizio Carbone e il pm Mariano Buccoliero. Ieri, sotto il pressing dei giudici, l'azienda ha comunica ai sindacati lo stop della procedura di spegnimento degli altofoni dell'acciaieria di Taranto.

 

Nelle stesse ore di ieri, il capo dello Stato Segio Mattarella ha ricevuto le parti sociali e ha sottolineato che quello dell'impianto di Taranto è un grande problema nazionale che va risolto con tutto l'impegno e la determinazione, non solo per le implicazioni importantissime sul piano dell'occupazione ma anche per quanto riguarda il sistema industriale italiano. Giuseppe Romano, segretario generale Fiom Cgil Puglia e Taranto, dopo le comunicazioni ricevute ieri da ArcelorMittal ha comunicato che l'azienda indiana sospende la procedura di spegnimento impianti e riapre gli uffici commerciali, per la vendita del prodotto, in attesa della sentenza del Tribunale di Milano. L'Afo2 al momento resta attivo".

 

Intanto è stata fissata per il 27 novembre prossimo davanti al giudice Claudio Marangoni, presidente della sezione specializzata in imprese del Tribunale civile di Milano, l'udienza sul ricorso cautelare d'urgenza presentato dai commissari dell'ex Ilva di Taranto contro l'atto di citazione depositato dal Arcelor Mittal per chiedere il recesso dal contratto di affitto, preliminare alla vendita, dello stabilimento siderurgico di Taranto. La data, riferisce in una nota il presidente del Tribunale di Milano, Roberto Bichi, è stata decisa dallo stesso giudice Marangoni che ha fissato termini intermedi per consentire il deposito di memorie e il contraddittorio delle difese. Arcerlor Mittal non deve "porre in essere ulteriori iniziative e condotte in ipotesi pregiudizievoli per la piena operatività e funzionalità degli impianti" dell'ex Ilva di Taranto prima della decisione del Tribunale Civile di Milano sul ricorso cautelare d'urgenza presentato dai commissari dell'ex Ilva contro l'atto di citazione con cui il gruppo franco-indiano chiede il recesso del contratto d'affitto. E' l'invito rivolto dallo stesso giudice Claudio Marangoni, presidente della sezione del Tribunale Civile di Milano specializzata in diritto d'impresa, "tenuto conto della non adozione di provvedimento inaudita altera parte, in un quadro di leale collaborazione con l'autorità giudiziaria e per il tempo ritenuto necessario allo sviluppo del contraddittorio tra le parti". Secondo il giudice milanese, Arcelor Mittal deve quindi rinviare "lo sviluppo delle operazioni già autonomamente prefigurare per il limitato tempo necessario allo sviluppo del presente procedimento". Nel frattempo, l'inchiesta avviata venerdì scorso, entra nel vivo. Questa mattina i pm Mauro Clerici e Stefano Civardi, titolari del fascicolo di indagine coordinato dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, hanno ascoltato alcune persone informate sui fatti.

 

19/11/2019 16:48

(Italia Oggi)