News

La vera trattativa sul Mes: rischio-Btp per le banche, solo in cambio degli Eurobond

Dietro il polverone sul fondo salva-Stati si gioca la partita dell'Unione bancaria. Visco apre ai desiderata tedeschi, ma serve un "safe asset" comunitario per non devastare i bilanci degli istituti

 

di MAURIZIO RICCI

07 Dicembre 2019

 

Sono in molti a pensare che, sul Mes, il Meccanismo europeo di solidarietà, l'Italia abbia combattuto una battaglia non solo superflua, ma, soprattutto, sbagliata. E che, dietro le quinte, si stia invece combattendo quella vera - la battaglia per la unione bancaria - e, in materia, la situazione sembrerebbe in movimento, anche sul fronte italiano.

 

Più esattamente, la battaglia cruciale è quella per creare una assicurazione europea di garanzia dei depositi bancari fino a 100 mila euro, che convinca anche stranieri diffidenti verso il nostro paese a portare soldi in Italia. Nelle scorse settimane, il ministro delle Finanze tedesco, Scholz, ha fatto intravedere una sorta di scambio: assicurazione europea dei depositi contro fine della convenzione per cui i titoli di Stato possono essere conteggiati, nei bilanci delle banche, a rischio zero.

 

Una ipotesi che l'Italia respinge con forza. Anzi, secondo le indiscrezioni, una delle vittorie ottenute da Roma all'ultimo Ecofin (quello sul Mes) sarebbe stata di cancellare qualsiasi menzione all'idea nei documenti in discussione. Singolare, visto che la proposta di Scholz era personale e informale e, in questo momento, a Berlino lo stesso ministro delle Finanze, sconfitto all'interno del suo partito, conta assai poco.

 

R

Che cos'è il Mes. Domande e risposte sulla riforma del Fondo Salva Stati

di FLAVIO BINI

 

 

Comunque sia andata, però, il problema esiste. Se, sia pure in casi eccezionali, il debito pubblico di un paese può essere ristrutturato, cioè tagliato, non è più a rischio zero. Inoltre, la situazione attuale, secondo molti economisti, crea un circolo perverso. Se un debito pubblico traballa, traballano anche le banche che sono imbottite di quei titoli. Se traballano le banche, traballa il debito pubblico, che rischia di trovare meno compratori. La questione interessa assai poco Germania e Francia, dove le banche hanno solo il 2 per cento di attivi nei titoli del loro paese. Molto, invece, l'Italia dove la quota è del 10,7 per cento e le banche hanno in pancia un quinto del debito pubblico nazionale.

 

Ecco perché la reazione del governo italiano è stata così secca. Se i Btp non fossero più a rischio zero, verrebbe a mancare un acquirente sicuro dei titoli del Tesoro. Inoltre, in caso di crisi o, comunque, di aumento dello spread, le banche dovrebbero precipitarsi a rinsaldare il loro capitale, sia per far fronte alla riduzione dei valori dei titoli che hanno in portafoglio, in virtù dello spread, sia per far fronte alla ulteriore svalutazione contabile, legata all'aumento del rischio. La definizione che il ministro Gualtieri ha dato di questo scenario è "devastante".

 

R Pisu (Ocse): "Sul Mes dibattito esagerato e politico. Il problema dell'Italia è che non cresce"

di RAFFAELE RICCIARDI

 

La questione ha anche un risvolto tecnico, su cui ha insistito il governatore della Banca d'Italia, Visco. In tutto il mondo, Europa compresa, le banche hanno bisogno di un attivo a rischio zero. Non solo per avere un cuscinetto di capitale di cui non preoccuparsi, ma anche per la loro gestione: garanzie, transazioni, repo, pegni. Se i titoli di Stato non offrono più questa qualità, bisogna che esista un "safe asset" europeo su cui appoggiarsi.

 

In altre parole, Visco ha buttato nella mischia il progetto di Eurobond, finora sempre respinto con vigore da politici tedeschi di qualsiasi colore. Da qui l'impressione che, mentre il clamore sul Mes, dove le novità sono assai limitate, pian piano si placa, dietro le quinte si sia aperta, magari finora solo con segnali a distanza, una trattativa cruciale.

 

Nei giorni scorsi, proprio nella sua audizione parlamentare sul Mes, Visco ha fatto vedere ai suoi interlocutori un'altra carta. Nell'immaginare l'abbandono del rischio zero per i titoli di Stato, Scholz disegnava un processo assai lento, scaglionato nel tempo. Visco, dal canto suo, ipotizza che, una volta che gli Eurobond fornissero alle banche una quota consistente di "safe assets" si possa pensare a considerare non più a rischio zero la quota di titoli di Stato del proprio paese che superasse una certa soglia. Una sorta di franchigia, insomma. Sembra proprio una trattativa.

 

(La Repubblica)