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Vendite di armi, anno in crescita al traino di Trump. Anche l'Italia tra i colossi mondiali

Escludendo le aziende cinesi, i cento maggiori produttori hanno raggiunto vendite per 420 miliardi di dollari: +4,8 per cento. Il trend del momento sono le maxi-acquisizioni. Leonardo (ottava) e Fincantieri (cinquantesima) in classifica

 

09 Dicembre 2019

 

MILANO - Anno ricco per i produttori mondiali di armi, che nel corso del 2018 hanno visto crescere le loro vendite del 4,8% raggiungendo quota 420 miliardi di dollari. Un valore solo parziale, quello raccolto dall'istituto di Stoccolma specializzato in questo campo, il Sipri, perché privo dei dati cinesi: sarebbe poco serio fare affidamento sulle stime disponibili su Pechino.

 

A spiegare la crescita sono stati soprattutto gli incrementi americani, legati ai piani di Donald Trump: "Le aziende statunitensi - ha spiegato Aude Fleurant, a capo del dipartimento del Sipri sulle spese militari - si stanno preparando per il programma di ammodernamento dell'esercito annunciato da Trump nel 2017. Le grandi compagnie Usa si stanno fondendo, proprio per attrezzarsi per produrre i sistemi militari di nuova generazione che le metteranno nella miglior posizione per vincere i contratti del governo" di Washington.

 

La vendita totale di armi tracciata dal Sipri

 

La top 100 delle aziende di armi: dominio Usa

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Società

Paese

Vendite belliche 2018 (mld $, 2018)

Var % sul 2017

1

Lockheed Martin Corp.

United States

47.260

5

2

Boeing

United States

29.150

6

3

Northrop Grumman Corp.

United States

26.190

14

4

Raytheon

United States

23.440

4

5

General Dynamics Corp.

United States

22.000

10

6

BAE Systems

United Kingdom

21.210

5

8

Leonardo

Italy

9.820

4

50

Fincantieri

Italy

1.900

8

 

Non è un caso, allora, se per la prima volta dal 2002 tutti i primi cinque posti della top 100 delle industrie belliche sono in mano a giganti americani. Lockheed Martin, Boeing, Northrop Grumman, Raytheon e General Dynamics messi insieme vendono 148 miliardi di dollari di armi, il 35% dell'intera classifica delle cento maggiori industrie. Spiega il Sipri che proprio le aggregazioni sono il trend del momento per gli Usa: Northrop Grumman e General Dynamics, ad esempio, hanno fatto puntate di shopping miliardario nel 2018. Se si prendono tutte le rappresentanti a stelle e strisce in graduatoria, si arriva a ben 246 miliardi di vendite: il 59% del totale e il 7,2% in più del 2017.

 

In leggero calo la truppa rappresentante la Russia, mentre i fabbricanti europei hanno registrato un marginale incremento a 102 miliardi. Si sono ridotte le vendite dal Regno Unito, primo Paese del Vecchio continente in questo campo, e quelle della Germania, mentre sono cresciute in Francia soprattutto grazie ai contratti siglati dalla Dassault.

 

Anche l'Italia trova posto in questa classifica, con Leonardo e Fincantieri. Le vendite di armi Made in Italy sono accreditate di una crescita del 5% nell'ultimo anno, la quota di mercato delle società tricolori (sul totale della classifica di cento aziende) è del 2,8 per cento: più di Germania, Giappone o Israele. Il giro d'affari combinato delle due nostre società è indicato a 11,7 miliardi: Leonardo è addirittura in top ten (ottavo posto) con 9,8 miliardi di armi vendute nel 2018, una crescita del 4,4 per cento. Un risultato, si spiega, legato anche all'acquisizione di Vitrociset, specializzata nelle tecnologie e nei servizi militari. Fincantieri è invece registrata al 50esimo posto, con la cantieristica militare accreditata di 1,9 miliardi di vendite (+8 per cento).

(La Repubblica)