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Borse poco mosse dopo le tensioni. Germania, surplus record nel 2019

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Milano maglia nera in Europa, cede lo 0,5 per cento. Mediaset: nuova causa da Vivendi, anche in Olanda. Sfuma il richiamo dei "beni rifugio", Wall Street positiva in vista dell'accordo commerciale con la Cina

 

di RAFFAELE RICCIARDI

13 Gennaio 2020

 

MILANO - La settimana ricomincia all'insegna dell'incertezza sulle Borse europee, mentre Wall Street consolida le sue posizioni con la prospettiva di una firma sulla tregua commerciale tra Usa e Cina in arrivo il giorno 15 e le molte tensioni geopolitiche sullo sfondo che non sembrano preoccupare più di tanto gli investitori. I beni rifugio come l'oro e lo yen giapponese perdono posizioni, a testimonianza che sui mercati non viene più percepita la necessità di riparare i propri soldi in quelli che sono i tradizionali "porti sicuri" in tempi di agitazione.

 

"Se gli animi si manterranno placati ci si attende che i mercati potranno essere più concentrati sui fondamentali, sui dati economici e sugli effetti dell'accordo uno" tra Washington e Pechino, suggerisce la nota settimanale di Giacomo Calef, country manager della casa di gestione ginevrina Notz Stucki. "Infatti non dobbiamo perdere di vista la crescita dei profitti e non pensare solo alle tensioni geopolitiche".

 

Nel Vecchio Continente le Borse si muovono in ordine sparso, tutte senza variazioni di rilievo. Milano parte in rialzo, poi gira in rosso e a fine giornata segna un passivo dello 0,52 per cento e indossa la maglia nera. Male Prysmian, che cede fin da subito oltre 2 punti percentuali dopo il nuovo intoppo che ha portato venerdì allo stop sul collegamento Western Link. Soffre anche Atlantia, in attesa del governo e delle decisioni in merito alle concessioni autostradali. A mercati chiusi, Mediaset dà notizia di una nuova azione legale di Vivendi contro la fusione tra Mediaset e Mediaset Spagna per la nuova holding Mfe, basata in Olanda. Tra i peggiori del Ftse Mib si annovera anche Telecom. Allineate le altre: Parigi scivola dello 0,15%, Francoforte dello 0,3% mentre Londra tiene in rialzo dello 0,2% ma con la sterlina che si indebolisce per i commenti su possibili tagli ai tassi da parte della Banca centrale inglese.

 

Andamento in lieve rialzo per la Borsa di Wall Street, l'indice S&P500 guadagna lo 0,18% a 3.271,27 punti, il Dow Jones sale dello 0,24% a 28.870,16 punti e il Nasdaq guadagna lo 0,32% a 9.210,69 punti. Vola il titolo Tesla a New York, dove registra un rialzo del 5,41% e supera i 500 dollari per azione. E' la prima volta che la società di Elon Musk mette a segno un record simile. A inizio giugno, la quotazione era di circa 178 dollari.

 

Questa mattina, con la Borsa di Tokyo rimasta chiusa per festività, l'azionario asiatico ex Giappone, rappresentato dall'MSCI Asia Pacific è salito di mezzo punto percentuale, dopo aver testato la scorsa settimana il record dal 2018. Shanghai è salita dello 0,75% e Hong Kong ha superato il punto percentuale di guadagno.

 

Tra gli investitori inizia a profilarsi l'attesa per le trimestrali delle grandi aziende americane, con Citi, Delta, JPMorgan Chase e Goldman Sachs tra le società dello S&P500 che pubblicheranno i loro conti nei prossimi giorni. L'attesa censita da Bloomberg è che i profitti siano in contrazione per il secondo trimestre consecutivo, col risultato di far diminuire la crescita dell'intero 2019 ai minimi degli ultimi tre anni.

 

Sul mercato valutario, l'euro si conferma sotto quota 1,12 dollari, ma risale a 1,1137 (1,1123 in avvio e 1,1112 venerdì), mentre contro yen vale 122,405 (121,97 in apertura e 121,74 venerdì). Il dollaro/yen è a 109,86. Sterlina in calo sul dollaro a 1,2987. Spread in modesto rialzo a 154 punti, dai 153 di venerdì.

 

Sul fronte macro si registra la debolezza delle vendite al dettaglio italiane a novembre. Negativi i dati della produzione industriale in Gran Bretagna, con un calo dell'1,2% a novembre, mentre il Pil è sceso dello 0,3% mensile e salito dello 0,6% annuo. Il governo federale tedesco ha annunciato di aver registrato un avanzo di bilancio record di 13,5 miliardi di euro nel 2019, risultato che permette a Berlino di arricchire i propri forzieri in un momento in cui i partner europei spingono per il varo di politiche fiscali di sostegno all'economia e ai consumi.

 

Nonostante un inizio di giornata equilibrato, il prezzo del petrolio sta perdendo un pò di terreno, dopo essere stato la scorsa settimana sulle montagne russe sulla scia delle vicende tra Usa e Iran. A Londra un barile di Brent con consegna a marzo vale 64,36 dollari a Londra, in calo dello 0,95% rispetto alla chiusura di venerdì. A New York, il barile americano di WTI per la consegna di febbraio è calato dell'1,30% a 58,27 dollari. Come visto, continua il calo dell'oro in parallelo al raffreddarsi delle tensioni tra Usa ed Iran. Il lingotto con consegna immediata cede stamani lo 0,5% a 1.555 dollari l'oncia.

 

(La Repubblica)