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Corruzione e appalti accanto a droga e omicidi: è la mafia 2.0

La relazione semestrale della Dia inviata al Parlamento: un quadro allarmante della capacità delle cosche di penetrare nel tessuto economico e sociale del Paese, da Nord a Sud. L'ascesa a Foggia, i minori a Napoli e l'aumento dei crimini ambientali

 

di DARIO DEL PORTO

17 gennaio 2020

 

Le armi servono per esercitare il potere sul territorio. Gli affari però si fanno con la droga e con gli appalti, mentre la corruzione rappresenta sempre di più lo strumento per infiltrarsi nella pubblica amministrazione. È la fotografia della criminalità organizzata italiana scattata dagli investigatori della Dia nella relazione semestrale inviata al Parlamento.

 

In 668 pagine, gli analisti tracciano un quadro allarmante della capacità delle cosche di penetrare nel tessuto economico e sociale del Paese, da Nord a Sud, con interessi in tutti i settori, compreso quello dei rifiuti, e in ogni angolo del territorio. Da Nord a Sud, le cosche mantengono intatto il loro potere. La 'ndrangheta ormai "è ovunque" e viene emulata dai clan che stanno incendiando Foggia. Il superlatitante di Cosa nostra siciliana Matteo Messina Denaro resta un punto di riferimento soprattutto nella sua Trapani, nonostante i "segnali di insofferenza" di alcuni affiliati, mentre la mafia palerminata ha insensificato i suoi rapporti con gli Stati Uniti.

 

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La camorra conserva lo scenario di coabitazione fra cosche strutturate e bande giovanili, con affiliati spesso minorenni, che costituiscono una sorta di "Accademia della camorra". Roma e il Lazio sono diventati invece una sorta di 'laboratorio criminale" dove le mafie tradizionali interagiscono, in equilibrio e secondo una logica di spartizione degli interessi, con le associazioni criminali autoctone.

 

La corruzione. "I professionisti e gli imprenditori collusi", che costiuiscono la cosiddetta area grigia dell’economia criminale, consentono alle cosche di entrare in contatto con un’altra "area grigia", altrettanto pericolosa, in cui operano gli apparati infedeli della pubblica amministrazione, si legge nella relazione della Dia. La corruzione è l’anello di congiunzione tra queste due aree. Lo strumento attraverso il quale le cosche, mediate dall’imprenditoria collusa, diventano, di fatto, un vero e proprio contraente della pubblica amministrazione, con ciò rafforzando e consolidando la propria posizione.

 

"Le commesse pubbliche, i finanziamenti nazionali e comunitari, unitamente a settori da sempre privilegiati dalle consorterie mafiose - prosegue la relazione - sono diventati un’occasione irrinunciabile per i gruppi criminali perchè, oltre a consentire loro di drenare risorse e di riciclare denaro, permettono di infiltrarsi negli apparati pubblici e nelle procedure di aggiudicazione degli appalti".

 

L'ambiente. I crimini ambientali stanno aumentando. «Dall'analisi delle indagini svolte sul territorio nazionale negli ultimi anni, emerge il tentativo della criminalità organizzata di acquisire gli appalti per il servizio di raccolta dei rifiuti nonché di acquisire le attività di bonifica dei siti», evidenzia la Dia. E aggiunge: "Particolarmente aggressivi si sono rivelati i tentativi di condizionamento delle procedure di appalto attraverso le intimidazioni in danno di imprese concorrenti - si legge - ma anche attraverso accordi e relazioni con esponenti delle istituzioni locali e del mondo imprenditoriale".

 

"Quando, invece, l'intervento mafioso si è realizzato nella fase di esecuzione del rapporto contrattuale, i sodalizi hanno imposto alle imprese aggiudicatarie del servizio di raccolta e smaltimento l'assunzione di manodopera, l'affidamento di attività connesse al ciclo dei rifiuti ad imprese riconducibili alle organizzazioni criminali o il versamento di quote estorsive per evitare il danneggiamento ritorsivo dei mezzi d'opera", prosegue il documento. "Tutto ciò ha talvolta consentito quasi un regime di monopolio nei servizi di rimozione e trasporto da parte di imprese direttamente controllate dalla criminalità organizzata: da vittime gli imprenditori sono divenuti 'soci' delle compagini mafiose, acquisendo benefici in termini di volume di affari".

 

"Una volta acquisita un'autonoma capacità imprenditoriale, le associazioni mafiose si sono proposte esse stesse, con nuove società appositamente costituite, quali vere e proprie 'imprese mafiose' di settore, in grado di gestire ogni aspetto del ciclo dei rifiuti, affidate a prestanome che - come raccomandato da uno dei soggetti monitorati nell'ambito della recentissima operazione 'Feudo1692' della Dda di Milano - devono essere candidi". In Campania, potrebbe esserci la camorra dietro alcune manifestazioni popolari di dissenso contro la costruzione di siti per lo smaltimento dei rifiuti.

 

La politica. La 'ndrangheta si segnala "per un radicato livello di penetrazione nel mondo politico ed istituzionale, ottenendo indebiti vantaggi nella concessione di appalti e commesse pubbliche". Ma anche per la camorra, l'infiltrazione nell'economia e nella politica si caratterizza come "più insidiosa della violenza".

 

(La Repubblica)