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Wall Street sostiene le Borse, il Pil cinese non spaventa il mercato

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La crescita di Pechino ai minimi da 30 anni nel 2019 ma in linea con le attese.Tokyo chiude a +0,45%, poco mossi gli altri indici asiatici. Male l'export italiano a novembre: calo peggiore dal 2011

 

di FLAVIO BINI

17 Gennaio 2020

 

MILANO - Giornata positiva per le Borse, sostenute dal traino di Wall Street, che ieri ha messo a segno nuovi massimi dopo la firma ufficiale della prima fase dell'accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina e oggi si conferma in rialzo. Sentiment positivo si è registrato sulle piazze asiatiche, con Tokyo che ha chiuso a +0,45% leggermente meglio degli altri listini dell'area, complessivamente poco mossi. L'atteso dato sul Pil cinese, cresciuto nel 2019 "solo" del 6,1%, ai minimi dal 1990, non sembra spaventare gli investitori, visto che si posiziona appena al di sotto delle aspettative degli analisti, che si attendevano invece un +6,2%.

 

In Europa gli indici principali chiudono tutti positivi: Milano segna un guadagno finale dello 0,84% che la porta sopra 24 mila punti, Londra migliora dello 0,86%, Francoforte dello 0,72% e Parigi indossa la maglia rosa con un +1,02%. A Piazza Affari resta sotto i riflettori Atlantia, dopo che ieri Autostrade ha presentato il nuovo piano industriale mettendo sul piatto nuovi investimenti per convincere il governo a non procedere con la revoca della concessione. Wall Street perde smalto dopo i record di Alphabet: la società cui fa capo Google ha sfondato mille miliardi di valutazione. Alla chiusura dei mercati europei, gli indici americani restano comunque in leggero rialzo: il Dow Jones sale dello 0,1%, lo S&P500 dello 0,2% e il Nasdaq è in positivo dello 0,02%.

 

Sul fronte delle valute, chiusura in calo per l'euro sotto quota 1,11 dollari. La moneta unica passa di mano a 1,1092 dollari e a 122,20 yen. Dollaro/yen a 110,17. In leggero calo lo spread: il differenziale scivola a fine giornata sotto la soglia dei 160 punti base, dai 161 dell'apertura mattutina e i 165 della chiusura di ieri. Il rendimento si attesta all'1,36%.

 

Tra i dati macroeconomici, l'Istat ha evidenziato un a flessione delle sportazioni a novembre, in calo del 4,2% su base mensile (ribasso peggiore dal 2011) e del 3,2% rispetto allo stesso periodo del 2018. L'istituto spiega però che il calo dell'export "è influenzato dalle movimentazioni occasionali di elevato impatto (cantieristica navale) verso i paesi extra Ue registrate a ottobre 2019 e a novembre 2018: al netto di queste, la flessione dell'export è meno ampia". Sempre l'Istat ha rilasciato il consuntivo 2019 dell'inflazione: nell'anno appena passato i ritmi dei prezzi sono stati dimezzati con un +0,6%, dal +1,2% del 2018. In linea con le attese è risultata, nel pomeriggio, la produzione industriale Usa in calo dello 0,3% a dicembre.

 

Il petrolio è poco mosso: alla chiusura degli scambi sul Vecchio continente, il Wti viaggia a 58,5 dollari e il Brent a 64,6 dollari al barile. L'oro è in leggero rialzo con il lingotto spot a 1.558 dollari l'oncia (+0,35%).

 

(La Repubblica)