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L’Europa premia soprattutto i suoi Paradisi fiscali

Secondo i dati presentati dalla Commissione europea, tutti gli stati membri dell’Unione hanno un grande vantaggio economico a farne parte. Ma alcuni ne beneficiano più degli altri e sono proprio quei paesi che applicano un fisco favorevole: Lussemburgo, Irlanda, Belgio e Olanda.

 

I paradisi fiscali nell'Ue sono i maggiori beneficiari dell'integrazione europea. Secondo i dati presentati dalla Commissione europea, tutti gli stati membri dell'Unione hanno un grande vantaggio economico a farne parte. Ma alcuni ne beneficiano più degli altri e sono proprio quei paesi che applicano un fisco favorevole: Lussemburgo, Irlanda, Belgio e Olanda. I dati pubblicati a novembre scorso dalla commissione europea sono tornati in auge dopo il dibattito sul futuro del prossimo bilancio pluriennale europeo. E se in media un cittadino europeo contribuisce al bilancio Ue con poco più di 100 euro all'anno, ne ottiene in ritorno ben 2.000. Cosi vale per un cittadino italiano, che in media contribuisce con poco meno di 100 euro e ne ha di ritorno almeno 1.500. Questo effetto è moltiplicato per i cittadini del Lussemburgo, che investono in Europa quasi 800 euro a testa, ma hanno di ritorno almeno 12.500 euro a testa. Mentre l'Irlanda ne riceve 6.500, contribuendo con 500 euro e il Belgio ne riceve meno di 5.000 pagando 200 euro. Come già riportato da ItaliaOggi (10/9/2019), secondo una ricerca del Fondo monetario internazionale (Fmi) e dell'Università di Copenaghen un terzo degli investimenti al mondo, per un valore totale di 15 mila miliardi di dollari, è costituito da capitali spostati in società di comodo per eludere le tasse. Quasi il 40% degli investimenti diretti esteri (Ide) o foreign direct investment (Fdi) passa da società letterbox (società che letteralmente sono presenti solo con una casetta della posta) senza «nessuna attività di business reale». E quasi la metà di questi capitali si trovano in Lussemburgo e Paesi Bassi. Investimenti diretti esteri costituiti da capitali «fantasma» destinati a ridurre al minimo gli oneri fiscali delle società piuttosto che a finanziare l'attività produttiva. A quasi tre decenni dall'istituzione del mercato unico, sottolinea la commissione europea, vale la pena dare un nuovo sguardo ai vantaggi macroeconomici che questo ha portato agli Stati membri dell'Ue.

 

Matteo Rizzi

 

22/02/2020

(Italia Oggi)