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Bollette pazze di luce e gas: nel Milleproroghe saltano le tutele per i consumatori

La modifica avrebbe fornito ai clienti strumenti molto più efficaci per evitare mega-conguagli e distacchi. Ma nel Milleproroghe non ce n’è traccia. La sottosegretaria Morani: “Ci riproveremo”

 

di FEDERICO FORMICA

24 Febbraio 2020

 

A gennaio l’impegno era stato accolto con l’esultanza delle associazioni di consumatori. Oggi, che il Milleproroghe è stato approvato, dell’emendamento promesso dalla deputata e sottosegretaria Pd Alessia Morani non c’è traccia. E così i clienti delle società di luce e gas si trovano tra le mani delle armi spuntate contro le cosiddette “bollette pazze”.

 

In un incontro di gennaio tra Cncu (il Consiglio nazionale consumatori e utenti) e la sottosegretaria al ministero per lo Sviluppo economico era stata raggiunta un’intesa per contrastare i conguagli e le bollette da centinaia di euro che, a volte, i clienti si vedono recapitare dalle società di energia. “L’emendamento è stato ritirato per alcuni vizi di procedura - spiega la sottosegretaria a Repubblica - ma in un prossimo provvedimento cercheremo di reinserirlo”. Dunque, c’è ancora speranza.

 

Progressi a metà. Un passo importante era già stato fatto con la Legge di bilancio che a fine 2019 ha introdotto una penale del 10% (comunque mai inferiore a 100 euro) a favore del cliente a carico delle società che inviano fatturazioni gonfiate, addebiti di spese non giustificate e costi non dovuti che “l’autorità competente” o una dichiarazione documentata dello stesso utente abbia dichiarato “illegittime”.

L’emendamento promesso - che non ha visto la luce - proponeva di sostituire la parola “illegittime” con “anomale”. In questo modo l’interpretazione della legge sarebbe stata a favore dei consumatori, perché mentre l’illegittimità può essere molto difficile da dimostrare e comunque può essere evocata solo da una autorità o da un giudice, è evidente che una bolletta-monstre o un conguaglio dopo anni di mancate letture sono una “anomalia”. Non solo: l’emendamento “fantasma” prevedeva anche che il reclamo potesse essere presentato dalle associazioni di consumatori per conto del cliente. Un dettaglio importante, soprattutto per tutti quei cittadini che, per età avanzata o scarse competenze, non saprebbero dove mettere le mani.

 

E in questa piccola rivoluzione mancata c’è un altro elemento che avrebbe fatto molto comodo ai consumatori. Da inizio anno infatti, se i gestori di luce e gas vogliono sospendere la fornitura del servizio per morosità, sono obbligati ad avvisare il cliente almeno 40 giorni prima. Secondo l’emendamento Morani una volta ricevuta questa lettera, il consumatore poteva impedire l’interruzione della fornitura rispondendo al gestore con una contestazione motivata. Saltata la modifica al Milleproroghe, questa possibilità è svanita.

 

Purtroppo si tratta di un'occasione perduta per il legislatore che poteva migliorare e rendere più chiara una legge, altrimenti difficilmente applicabile” è il commento di Massimiliano Dona, presidente di Unione nazionale consumatori.

 

(La Repubblica)