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Ecco perché le garanzie sui prestiti al 100% per le imprese sono troppo rischiose per lo Stato

Ecco perché le garanzie sui prestiti al 100% per le imprese sono troppo rischiose per lo Stato

Luca Fornovo

Pubblicato il

05 Aprile 2020

Ultima modifica

05 Aprile 2020 11:04

 

In queste ore il confronto si fa sempre più serrato dentro il governo e nella maggioranza sul decreto che deve fissare le garanzie statali sui prestiti alle imprese in difficoltà a seguito della recessione, scatenata dall’emergenza coronavirus.

 

Il rebus garanzie per le pmi

Tecnicie ministero del Tesoro sono al lavoro per preparare il provvedimento: il dilemma è se fissare le garanzie fino all’80% o addirittura fino al 100%. Secondo fonti finanziarie, le garanzie ai prestiti per le aziende fino al 100% presenta alti rischi per la tenuta futura a breve dei conti pubblici dello Stato.

 

Soprattutto se si considera che in Italia ci sono 5,3 milioni di piccole e medie imprese (il 95% del totale sistema imprese) che in questo momento stanno avendo grossi problemi di liquidità e che la garanzia dello Stato totale (al 100%) può arrivare per ciascuna di loro fino a 800.000 mila euro. Se per assurdo tutte dovessero chiedere un prestito, le garanzie totali per lo Stato supererebbero i 4200 miliardi. Una cifra monstre, più del doppio del nostro debito pubblico.

 

A rischio la tenuta dei conti pubblici

Va inoltre considerato che con una garanzia al 100% dello Stato, le banche erogheranno nuovo credito senza prendersi alcun rischio. Questo, secondo gli esperti del mondo finanziario, è dannoso per il sistema e crea una serie di problemi. Intanto perché l'esternalizzazione del rischio è assimilabile a una cartoralizzazione. Le norme internazionali sulle cartolarizzazioni prevedono che almeno sul 5% dell'importo la responsabilità spetti a chi origina i crediti, cioè la banca. Questo per evitare che ci sia una concessione sfrenata di prestiti, senza che le banche facciano analisi sui rischi, perché intanto i rischi li sostiene lo Stato.

 

Un altro problema è che se il rischio fino a dichiarazioni euro per una singola impresa lo assume lo Stato, chi riscuote poi gli interessi? Le banche? In altre parole, osservano gli esperti di finanza pubblica, si indebolisce lo Stato e si proteggono le banche. Anche perché si scarica sullo Stato l’intero rischio che in precedenza era della banca.

 

La soluzione possibile

La soluzione ottimale, su cui secondo le fonti finanziarie, si starebbe lavorando ancora al governo è di prevedere le garanzie dello Stato fino al 90% e di scendere per prestiti superiori a 800mila euro. Per incentivare le banche una possibilità sarebbe quelle di generare un credito d’imposta pari alle perdite sulla quota di rischio preso, spalmabile su periodi fino a 20 anni.

 

(La Stampa)