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Liquidità, per le piccole e medie imprese garanzie al 100%

E mobilitate risorse per 400 miliardi, in aggiunta ai 350 miliardi del Cura Italia. Riunione fiume del consiglio dei ministri chiamato ad approvare il decreto per le imprese. Nuovo stop da dieci miliardi alle tasse tra Iva e ritenute per i dipendenti e gli autonomi.

 

di Giampiero Di Santo

 

Duecento miliardi di prestiti con garanzie fino al 90%. Risorse per oltre 750 miliardi, 400 in più rispetto ai 350 miliardi già previsti nel Dl cura Italia.

E' stata trovata l'intesa sul pacchetto liquidità alle imprese, riferiscono fonti del ministero dell'Economia guidato da Roberto Gualtieri dopo che la riunione del consiglio dei ministri già cominciata questa mattina, è stata sospesa in attesa dell'accordo e infine è ripresa. In particolare, viene rafforzato il ruolo di Sace anche nel campo dell'export e del sostegno alla internazionalizzazione delle imprese. In particolare, si mobilitano 200 miliardi di prestiti con garanzie fino al 90% per tutte le imprese, senza limiti di fatturato, e altri 200 miliardi di crediti destinati al sostegno dell'export.

Per quanto riguarda le piccole e medie imprese, la garanzia sui prestiti rimane al 100%. Fino a 25 mila euro non ci sarà alcuna valutazione del merito di credito. Fino a 800.000 euro, garantiti al 90% dallo Stato e al 10% dai confidi, non ci sarà alcuna valutazione sull'andamento dell'azienda. Per importi fino a 5 milioni di euro la garanzia sarà pari al 90%, senza valutazione dell'andamento dell'aziendale. E' stato inoltre raggiunto l'accordo tra ministero dell'Economia e Farnesina sul sostegno all'export. A quanto si apprende, «con l'impegno del Ministro Luigi Di Maio, è stato potenziato il sostegno dello Stato per l'export delle nostre imprese. Lo Stato assicurerà 50 miliardi di garanzie date da Sace agli esportatori, liberando 50mld per nuove garanzie che consentiranno all'export di ripartire. A queste garanzie nel 2021 si aggiungono altri 200 mld per nuovi investimenti». E mentre si discute ancora, le prime novità della bozza di decreto cominciano a cirvcolare. E' previsto in particolare un credito di imposta del 50% per le imprese che acquistano mascherine o altri sistemi di protezione dei lavoratori dal contagio da coronaviru, s Lo sgravio viene esteso a mascherine, guanti, visiere e occhiali protettivi, tute di protezione e calzari, barriere e pannelli, detergenti mani e disinfettanti.

 

Tutte le imprese e le partite Iva che hanno perso fatturato a marzo - almeno il 33% per quelle fino a 50 milioni e il 50% per le altre - non verseranno tasse e contributi ad aprile e maggio. I versamenti - Iva, ritenute e contributi - andranno fatti poi entro il 30 giugno o in 5 rate mensili - prevede la bozza -. Per gli acconti in autoliquidazione di giugno non scatteranno sanzioni a chi versa almeno l'80% del dovuto basandosi sulle previsioni di incassi del 2020.

 

Più fondi agli ospedali Covid per gestire l'aumento dei costi legato all'emergenza, prevede la bozza del decreto imprese, consente alle Regioni, in deroga alle norme di spending review, di riconoscere una specifica funzione di queste strutture e prevedere maggiorazioni tariffarie legate agli aumenti dei costi del personale e dell'assistenza alberghiera, cui si aggiunge la gestione di pasti individualizzati, monitoraggio e controllo costante di tipo medico e infermieristico, la sanificazione, il maggiore consumo dei Dpi, la formazione del personale".

 

La cessione gratuita di farmaci per uso compassionevole non sarà soggetta né a Iva né alle tasse. La misura, si legge nella relazione che la accompagna, serve per evitare di limitare l'utilizzo di farmaci autorizzati per altre indicazioni terapeutiche o di farmaci ancora in fase di sperimentazione nei programmi ad uso compassionevole che si stanno dimostrando "particolarmente utili per fronteggiare l'emergenza" in assenza di farmaci specifici.

 

Con il nuovo decreto imprese arriverà una sospensione per circa 10 miliardi di versamenti tra Iva e ritenute per i dipendenti e per gli autonomi. E' la stima che compare nella relazione tecnica al provvedimento, secondo la quale le ritenute sospese sono di circa 4,3 miliardi (2,5 per aprile, compresi i 950 milioni già sospesi con il Cura Italia per questo mese, e 1,7 miliardi per maggio - comprensivi di 79 milioni del Cura Italia) e l'Iva di circa 4,5 miliardi (2 miliardi per aprile e 2,4 per maggio). A questi si aggiunge la proroga per altri due mesi delle ritenute d'acconto su lavoro autonomo e provvigioni per chi ha giri di affari sotto i 400mila euro. Si tratta di 462 milioni per ricavi e compensi di aprile 2020 (versamenti maggio) e di 467 milioni per ricavi e compensi di maggio (versamenti giugno). Non vengono comunque previste coperture perché i versamenti andranno ripresi a partire da giugno, e comunque entro l'anno.

 

L'ultima proposta arriva dal fondatore di Italia viva, l'ex premier Matteo Renzi, che chiede di inserire nel decreto la previsione del "100% di garanzia statale alle banche, che bonificano alle aziende e alle partite IVA il 25% del fatturato 2019, come prestito da restituire in otto anni a tasso zero. Il governo sta andando in questa direzione, anche se potrebbe effettuare modifiche: speriamo che non complichino troppo le procedure. Sarebbe fondamentale avere un meccanismo semplice e automatico per restituire liquidità alle imprese e alle partite Iva, altro che click-day dell’Inps", ha sottolineato nella e-news di oggi. Renzi ha suggerito anche, in caso di rinvio a settembre della ripresa delle attività didattiche nella scuole, di "non perdere tempo". "Mettiamo subito due miliardi senza burocrazia da spendere per mettere a posto l’edilizia scolastica. Ci sono i progetti, ci sono i soldi e, se i ragazzi non tornano in classe, ci sono anche i tempi. Usiamo il buon senso e approfittiamo di questo tempo particolare: mettiamo a posto gli edifici che ospitano i nostri figli e facciamolo senza burocrazia, ripristinando l’unità di missione per l’edilizia scolastica che il governo populista ha inspiegabilmente chiuso".

 

06/04/2020 19:49

(Italia Oggi)