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Coronavirus, Istat: "Shock senza precedenti per l'economia"

L'istituto di statistica: "In caso di lockdown fino a giugno consumi in calo del 9,9%". Ferma un'impresa su due

 

07 Aprile 2020

 

MILANO - L'economia globale non aveva mai visto niente di simile e l'intensità della crisi legata al coronavirus è tale che non è nemmeno possibile fare una stima delle possibili conseguenze. E' il giudizio espresso dall'Istat nella sua nota mensile sull'andamento dell'economia relativa al mese di marzo.

 

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"Lo scenario internazionale è dominato dall'emergenza sanitaria. Le necessarie misure di contenimento del Covid-19 stanno causando uno shock generalizzato, senza precedenti storici, che coinvolge sia l'offerta sia la domanda. La rapida evoluzione della pandemia rende difficile rilevare l'intensità degli effetti sull'economia reale con gli indicatori congiunturali la cui diffusione avviene con un ritardo fisiologico rispetto al mese di riferimento".

 

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Intanto però l'istituto di statistica può tracciare alcune indicazioni di massima. Ad esempio, ipotizza un calo di quasi 10 punti dei consumi nel caso il lockdown dovesse proseguire per altri due mesi. In uno scenario "caratterizzato dall'estensione delle misure restrittive anche ai mesi di maggio e giugno, la riduzione dei consumi sarebbe del 9,9%, con una contrazione complessiva del valore aggiunto pari al 4,5%". Così l'Istat nella nota mensile sull'andamento dell'economia italiana, con le prime previsioni sull'impatto del Coronavirus.

La limitazione delle attività produttive fino alla fine di aprile determinerebbe invece, su base annua, "una riduzione dei consumi finali pari al 4,1%", si spiega.

 

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Secondo l'Istat, a seguito delle misure di sospensione imposte dal governo, sono sospese le attività di 2,2 milioni di imprese (il 49% del totale, il 65% nel caso delle imprese esportatrici), con un'occupazione di 7,4 milioni di addetti (44,3%) di cui 4,9 milioni di dipendenti (il 42,1%). Il lockdown delle attività produttive "ha quindi amplificato le preoccupazioni e i disagi derivanti dall'emergenza sanitaria, generando un crollo della fiducia di consumatori e imprese".

 

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(La Repubblica)