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L'Istat peggiora le stime sul Pil: nel primo trimestre giù del 5,3%

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E' il dato peggiore da quando sono state ricostruite le serie storiche, nel 1995. La spesa delle famiglie è crollata del 7,5%. Inflazione negativa a maggio, ma corre il carrello della spesa

 

29 Maggio 2020

 

MILANO - "La stima completa dei conti economici trimestrali conferma la portata eccezionale della diminuzione del Pil nel primo trimestre con flessioni del 5,3% in termini congiunturali (su mese, ndr) e del 5,4% in termini tendenziali (su anno) mai registrate dal primo trimestre del 1995", ovvero dall'avvio delle serie storiche ricostruite, per le quali è possibile il confronto.

 

Così l'Istat nel commento ai conti economici trimestrali, che correggono al ribasso le stime preliminari diffuse il 30 aprile che davano il Prodotto interno lordo in discesa del 4,7% su base congiunturale del 4,8% nel confronto annuo. La variazione acquisita del Pil italiano per il 2020 è pari a un calo del 5,5%: tanto crollerebbe l'economia se nel resto dell'anno le variazioni fossero nulle. Ma già sappiamo che il secondo trimestre, quello con il pieno lockdown, sarà probabilmente ancora peggiore del primo.

 

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Crolla la spesa delle famiglie

Tra i dati che rendono chiaro il costo della pandemia da Covid, l'Istat sottolinea che la spesa delle famiglie sul territorio economico ha registrato una diminuzione in termini congiunturali del 7,5%: in particolare gli acquisti di beni durevoli sono diminuiti del 17,5%, quelli di beni non durevoli dello 0,9%, quelli di servizi del 9,2%, mentre quelli dei beni semidurevoli sono diminuiti dell'11,4%.

 

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L'inflazione torna negativa

Il momento straordinario dell'economia è testimoniato da un altro dato Istat: a maggio l'inflazione in Italia torna negativa per la prima volta da ottobre 2016 (quando la flessione dell'indice generale fu pari a -0,2%). Tuttavia - si legge nel resoconto Istat - a determinare questo andamento è soprattutto la flessione dei prezzi dei carburanti (una delle componenti più volatili del paniere), che spingono la diminuzione dei prezzi dei prodotti energetici a un'ampiezza (-12,7%) che non si registrava da luglio 2009 (quando si attestò a -14,6%). Al netto degli energetici, l'inflazione sale infatti a +1,1% e la componente di fondo a +0,9%.

 

In questo contesto, i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona mantengono una crescita sostenuta (+2,6%), accelerando di un decimo di punto rispetto ad aprile.

 

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(La Repubblica)