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Fisco, pubblicato il decreto che rinvia le scadenze dal 30 giugno al 20 luglio

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La misura riguarda l'acconto Irpef e la scadenza Isa per le attività che ricadono negli studi di settore. Possibile rinviare i pagamenti al 20 agosto, ma con un interesse dello 0,4%

 

29 Giugno 2020

 

MILANO - E' stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto di Palazzo Chigi che proroga dal 30 giugno al 20 luglio il termine di versamento del saldo 2019 e del primo acconto 2020 ai fini delle imposte sui redditi e dell'Iva, per i contribuenti interessati dall'applicazione degli Indici Sintetici di Affidabilità (Isa), compresi quelli aderenti al regime forfetario.

 

La notizia era stata anticipata in commissione Bilancio alla Camera dal viceministro del'Economia, Antonio Misiani, rispondendo a una sollecitazione delle opposizioni, e trova conferma nel testo disponibile online.

 

Lo stesso Mef aveva rassicurato i contribuenti sull'arrivo di questa misura di sollievo per le attività: "Per tener conto dell'impatto dell'emergenza Covid-19 sull'operatività dei contribuenti di minori dimensioni e, conseguentemente, sull'operatività dei loro intermediari, è in corso di emanazione il Dpcm che proroga il termine di versamento del saldo 2019 e del primo acconto 2020 ai fini delle imposte sui redditi e dell'Iva, per i contribuenti interessati dall'applicazione degli Indici Sintetici di Affidabilità (Isa), compresi quelli aderenti al regime forfetario. Il termine di versamento in scadenza il 30 giugno sarà prorogato al 20 luglio, senza corresponsione di interessi", aveva detto nei giorni scorsi.

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Il decreto prevede anche che ci sia un ulteriore differimento possibile, "dal 21 luglio al 20 agosto 2020, maggiorando le somme da versare dello 0,40 per cento a titolo di interesse corrispettivo". Come ricostruito dal Sole 24 Ore, lo slittamento interessa la platea sulla quale sono ritagliati gli Isa: schiera che comprende anche forfettari e minimi per quasi 4,5 milioni di contribuenti potenziali che vedono spostarsi un po' più in là una data di calendario che, calcolatrice alla mano e contando anche le imposte sostitutive, vale 29 miliardi.

 

(La Repubblica)