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App Io, Spid e Cie: nel decreto Semplificazioni la carica del digitale per migliorare i rapporti cittadini-Pa

Col disegno di legge in arrivo al Consiglio dei Ministri, l'Italia prova ancora a facilitare i rapporti tra Pa e cittadino. Chiave di volta soprattutto la nuova App Io, finora poco valorizzata dall'amministrazione italiana. Potenziato il "domicilio digitale". Ecco le principali novità

 

di ALESSANDRO LONGO

30 Giugno 2020

 

L'Italia ci riprova a spingere sulla digitalizzazione dei rapporti tra la PA e il cittadino, per semplificarli. E ridurre la burocrazia che penalizza la vita dei cittadini e il business delle aziende. Ancora una volta, la nuova spinta arriva via norma: il disegno di legge Semplificazione 2020, previsto giovedì al Consiglio dei ministri.

 

"È un misto di cose che le PA avrebbero già dovuto fare - come Spid - e non hanno fatto; e novità come l'estensione del domicilio digitale e l'obbligo di App Io", riassume Giovanni Manca tra i massimi esperti di PA digitale in Italia, consulente di diversi Governi a riguardo (tra i padri promotori della firma digitale, nel 2002, ministro Lucio Stanca).

 

L'App Io, gestita dalla società pubblica PagoPa Spa, è forse il principale punto cardine delle novità previste dal disegno di legge.

 

Che il Governo ci punti tanto, su App Io, lo dimostra tra l'altro il fatto che dal primo luglio è utilizzabile per richiedere l'agognato bonus vacanze. L'app è pensata per essere il punto unico di interfaccia tra PA e cittadino, con idealmente tutti i servizi, le scadenze, i pagamenti.

 

Nell'attuale bozza del Semplificazioni si legge che ci sarà accesso a tutti i servizi via app (ora le Pa non sono obbligate a farlo). E che tutte le Pa devono essere su Spid (sarebbero già obbligate dal 2016, ma senza sanzioni per le inadempienti, che sono la maggioranza) e consentire l'accesso online ai servizi via Cie (carta d'identità elettronica). Di fatto bisogna avere Spid o la Cie per l'accesso ad App Io, quindi sono tasselli di uno stesso piano.

 

Vedremo quanto la nuova legge riuscirà laddove passati obblighi normativi hanno fallito; il clima culturale e politico, con il Covid-19, è cambiato a favore della digitalizzazione della Pa (come dimostrano anche le prese di posizione della ministra alla Pa e del premier Conte a questo proposito).

 

Adesso solo una netta minoranza di servizi pubblici sono accessibili via App Io: tra i principali, quelli di Aci (bollo auto, certificati di proprietà). Bene anche la Città di Torino (affitto, locazione, scadenza imu e tasi, tari, iscrizione nidi d'infanzia, sportello facile), Milano (area b, scadenza carta d'identità, servizi al cittadino, tributi locali), Roma (sportello unico per l'edilizia telematico suet, sportello unico per le attività produttive suap), Palermo (Ztl, avviso Tari), Cremona (Tari), Reggio Emila (Servizi Demografici, Suap).

 

E una manciata di piccoli comuni innovativi, concentrati tra Lombardia ed Emilia Romagna: Comune di Bagnacavallo (anagrafe), Campello sul Clitunno (refezione scolastica, tributi), Campi Bisenzio (Fido), Collecchio (pagamento servizi scolastici), Felino (pagamento servizi scolastici), Garbagnate milanese (iscrizione pre e post scuola, iscrizione trasporto scolastico), Montechiarugolo (pagamento servizi scolastici), Ripalta Cremasca (Cie, mensa scolastica, minigrest, tari), Sala Baganza (pagamento servizi scolastici), Santa Maria la Carita (Carta d'identità), Valsamoggia (avvisi e pagamento servizi scolastici, sanzioni codice della strada, servizio tributi).

 

Per spingere l'adozione di App Io, Spid e Cie da parte delle Pa si prevede in legge l'"Istituzione del codice di condotta tecnologica, emanato dal Capo del Dipartimento della trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che detta regole omogenee per tutte le Pa, per gli acquisti ICT, per lo sviluppo dei sistemi e per la progettazione e realizzazione dei servizi digitali ai cittadini, con regole per la formazione tecnologica dei pubblici dipendenti ed esperti che affianchino i progetti di trasformazione digitale delle amministrazioni (obblighi di progettare i sistemi e i servizi per renderli fruibili in digitale tramite SPID e CIE e su mobile tramite l'APP IO, oltre che per consentire diffusamente il lavoro agile)"

 

Altre novità sono previste dal Semplificazioni in queste direzioni. "Autocertificazioni, istanze e dichiarazioni direttamente da mobile tramite App IO". I moduli diventeranno insomma tutti online e con una interfaccia unica standardizzata, come già voleva fare Diego Piacentini quattro anni fa (scelto dal Governo Renzi come commissario all'Agenda Digitale).

 

"Istituzione di una piattaforma che operi come strumento unico per la notifica digitale di tutti gli atti della pubblica amministrazione". Tutto ciò che la PA vuole farci sapere - multe, scadenze - diventeranno accessibili in uno spazio digitale cloud, via web e App Io, e notifica diretta all'utente. Raccomandate addio, insomma.

 

Infine, sempre in questa direzione, la legge rafforza ed estende il "domicilio digitale", il diritto del cittadino a ricevere le comunicazioni in digitale dalla Pa invece che su indirizzo fisico. Adesso è possibile farlo via Pec. La legge prevede che il domicilio digitale possa riguardare anche i professionisti senz'albo e apre alla possibilità che diventi la "modalità ordinaria di comunicazione con la Pa".

 

(La Repubblica)