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Le Borse Ue chiudono in forte calo. Il lavoro Usa va meglio delle stime, ma i lockdown preoccupano

Per la Piazza cinese si chiude l'ottava seduta di seguito in positivo. Il metallo prezioso cresce sopra 1.800 dollari l'oncia. I sussidi per la disoccupazione Usa scendono a 1,3 milioni

 

di RAFFAELE RICCIARDI

09 Luglio 2020

 

MILANO - Le Borse europee terminano la seduta in forte calo, risentendo della debolezza di Wall Street e dimenticando in fretta la giornata di acquisti sull'Asia. Londra cede l'1,7%, nonostante la manovra da 30 miliardi varata dal governo Johnson. Francoforte, che era stata in buon rialzo per ampi tratti di seduta, termina poco sotto la parità e Parigi scivola dell'1,1 per cento. Milano segna un passivo dell'1,98%, appesantita da Atlantia che paga la bagarre con il governo sulle concessioni autostradali.

 

Wall Street era partita in positivo, complici buoni dati sul lavoro, poi i timori di nuovi lockdown hanno preso il sopravvento: alla chiusura delle Borse Ue, il Dow Jones perde il 2% quasi e il Nasdaq lo 0,8%.

 

In mattinata, intanto, il beneficio dell'ottimismo della Borsa newyorkese si è sentito in Asia: Tokyo ha chiuso in progresso dello 0,4% e Hong Kong dello 0,3%. Shanghai continua la sua striscia positiva (+1,4%), supportata dalle politiche di sostegno alla ripresa di Pechino e dall'assenza di sintomi di una nuova ondata Covid: il guadagno settimanale della Piazza cinese è intorno al 9%. I prezzi dei listini di fabbrica in Cina registrano a giugno la quinta frenata consecutiva, registrando un arretramento del 3% annuale. E' la dimostrazione che la deflazione continua e che la ripresa in Cina prosegue con lentezza ma è anche un segnale positivo, visto che gli analisti si aspettavano un calo del 3,2% e che a maggio i prezzi alla produzione avevano segnato un forte -3,7%.

 

L'attenzione di oggi è rivolta all'Eurogruppo, chiamato ad eleggere il nuovo presidente. L'agenda macro di oggi prevede la bilancia commerciale della Germania (-29,7% l'export di maggio su base annuale, ma in progresso del 9% mensile), ma soprattutto le nuove richieste settimanali di sussidi alla disoccupazione negli Stati Uniti. Queste segnalano un mercato del lavoro migliore delle aspettative: si attestano a 1,31 milioni. Il dato è inferiore alle attese degli analisti, che si aspettavano 1,37 milioni nuove domande. La settimana scorsa le richieste erano state 1,41 milioni (dato rivisto dagli iniziali 1,42 milioni). I nuovi sussidi sono in costante calo dal picco di 6,867 milioni toccato a metà marzo ma il declino procede più lentamente del previsto. Complessivamente le richieste scendono a 18,06 milioni dai 18,76 milioni della settimana precedente (dato rivisto dagli iniziali 19,29 milioni) e dai circa 25 milioni di metà maggio. Il timore è che la lenta discesa dei sussidi possa interrompersi a causa dell'aumento dei contagi e del ripristino delle misure precauzionali di chiusura e di lockdown.

 

Nel mese di maggio, in Italia i prestiti bancari al settore privato sono cresciuti dell'1,5% sui 12 mesi, con un +1,3% per le famiglie e un +1,9% per le imprese non finanziarie. Lo comunica Bankitalia nella pubblicazione 'Banche e moneta'. Le sofferenze segnano un -11,6% su base annua, a 71,2 miliardi. Le sofferenze nette a maggio erano a 26,2 miliardi, in diminuzione annua del 19,5% e in lieve aumento rispetto ai 26,1 miliardi di aprile. Sul fronte emissioni è proseguito per la quarta e penultima giornata il collocamento del Btp Futura, arrivato a quota 5,77 miliardi. Lo spread tra Btp e Bund chiude a 167 punti con il rendimento del decennale italiano all'1,21%.

 

L'euro apre sopra 1,13 dollari e lo yuan avanza al top da 4 mesi. La moneta europea passa di mano in rialzo a 1,1364 dollari e a 121,92 yen. Lo yuan 6,9875 sul biglietto verde, rompendo la soglia psicologica di quota 7. I mercati scommettono sulla ripresa cinese che, seppure lentamente, prosegue grazie al debellamento del virus. Dollaro/yen cr esce a 107,30.

 

L'oro si conferma intanto ai massimi dal 2011 sorpassando nettamente i 1.800 dollari l'oncia: il lingotto con consegna immediata avanza dello 0,2% a 1.812 dollari. Dopo 2 mesi in sordina, il prezzo dell'oro ha iniziato a salire a fine giugno e ai primi di luglio ha accelerato ancora, sulla scia della seconda ondata di contagi negli Usa, che mette a serio rischio la ripresa economica.

 

Rep:

La corsa all'oro dei derivati sostiene il lingotto. L'effetto della finanza cancella la crisi dell'industria dei preziosi

di RAFFAELE RICCIARDI

 

I prezzi del petrolio sono stabili: sui mercati asiatici i future sul Light crude Wti arretrano di 2 cent a 40,88 dollari e quelli sul Brent scendono di 3 cent a 43,26 dollari al barile. Ieri le scorse settimanali Usa sono scese più del previsto.

 

(La Repubblica)