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Autostrade, la revoca costerebbe 23 miliardi Roberto Zucchetti (università Bocconi): sarebbe un errore passare da Autostrade ad Anas

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Roberto Zucchetti (università Bocconi): sarebbe un errore passare ad Anas. La Corte dei Conti censura il governo per i ritardi

 

di Carlo Valentini Twitter: @cavalent

 

Genova (e la Liguria), dove la mobilità è diventata immobilità. Sedici chilometri di coda quotidiana sono fuori da ogni logica e non possono essere in alcun modo giustificati. Un'area diventata zona rossa. Non per il Covid ma per i cantieri che rendono la città irraggiungibile e il mare un miraggio. È il caos. Col Pd che punta il dito sul governatore Giovanni Toti: «Ecco cosa combina il centrodestra». E il centrodestra che ribatte: «Stiamo pagando decenni di immobilismo del Pd».

 

Nella rissa è finita pure la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, Pd, che dice: «Non mi sembra di aver sentito grandi proclami nei cinque anni precedenti da parte di chi ora, compatibilmente con la situazione elettorale, si lamenta». Ovviamente Toti, ex Forza Italia, non porge l'altra guancia e anzi ha annunciato che chiederà i danni: «Se davvero le gallerie oggetto di intervento erano tutte ammalorate, tanto da rischiare il peggio da un momento all'altro, perché non si è fatto nulla per tutto l'inverno e nei mesi del lockdown?».

 

Di sicuro questa situazione crea altre criticità alla difficile ripresa post-Covid. E getta un'ombra sul ben fatto, ovvero sul ponte Morandi che ricostruito a tempo di record si ritrova, per le indecisioni e le incertezze del governo, nell'occhio del ciclone, tanto che da queste parti Giuseppe Conte è dipinto come il dottor Tentenna: di fronte alla diatriba tra i 5stelle che non vogliono il ritorno di Atlantia, la società dei Benetton che gestisce le autostrade, e il Pd che ritiene impraticabile la revoca della concessione, lui ha fatto imputridire il dossier nel cassetto. Tanto che a un mese dalla possibile inaugurazione non si sa chi lo gestirà.

 

La sentenza della Corte costituzionale ha infatti stabilito che lo Stato aveva diritto a non fare partecipare Atlantia alla ricostruzione in considerazione delle lacune nella manutenzione. Ma la scelta sul gestore è tutt'altra cosa. E andrebbe fatta con raziocinio, non a colpi di spot più o meno elettorali, come sottolinea una voce indipendente, quella di Roberto Zucchetti, docente di Economia dei trasporti alla Bocconi: «Tutti dovrebbero cercare di raffreddare la tensione emotiva. Non tocca al governo ma ai giudici fare giustizia. Lo Stato è uno dei contraenti del contratto. O si rompe il contratto e si assumono la responsabilità e i rischi di questa azione o si trova un accordo. Un compromesso tra le parti sarebbe la soluzione migliore.

 

La revoca comporterebbe sicuramente il pagamento di un indennizzo. Di quanto? Nel contratto di concessione è scritto 23 miliardi, il governo nel milleproroghe ha riscritto questa clausola e fatto scendere l'importo a 7 miliardi.

 

Dubito che un giudice domani riterrà corretto che una delle parti abbia cambiato autonomamente il contratto. È anche quanto avevano risposto i giuristi interpellati dall'ex ministro Danilo Toninelli, pure loro consigliavano un accordo piuttosto che lo scontro in una causa miliardaria».

 

Però di fronte al crollo di un ponte… «La Società Autostrade», spiega Zucchetti, «si è macchiata di un gravissimo errore e deve rispondere e pagare per questo. Ma il nostro sistema autostradale è di ottimo livello e non lo dobbiamo dimenticare. Trasferire la manutenzione da Autostrade ad Anas sarebbe un passo indietro. C'è da aggiungere che la Società Autostrade ha cambiato i propri uomini, l'organizzazione interna, i sistemi di controllo. Mentre al ministero dei Trasporti, che doveva controllare e non lo ha fatto, non è cambiato nulla».

 

Un conto è il dramma di quanto è avvenuto il 14 agosto 2018, con 43 vittime, per il quale vanno individuate colpe, responsabili, pene e risarcimenti. Un altro è trovare per il sistema autostradale italiano la soluzione più efficace e moderna dal punto di vista tecnico, economico e giuridico. Il 30 giugno al commissario Marco Bucci, che è anche il sindaco di Genova, è arrivata una missiva di Autostrade in cui essa ricorda che vi sono procedure complesse per il passaggio delle consegne e si mette a disposizione per subentrare. Anche in seguito a questa sollecitazione la ministra De Micheli ha affidato nei giorni scorsi ad Autostrade la gestione del ponte, sottolineando però che si tratta di un atto dovuto e provvisorio.

 

Un'altra lettera è arrivata al presidente del consiglio da parte della Corte dei conti, la quale se la prende con l'esecutivo perché sei mesi fa gli aveva inviato un dossier sul problema delle concessioni autostradali, senza ricevere risposta. Adesso critica questo «perdere tempo» e sottolinea che «il problema è rilevante e urgente» e riguarda la definizione «se necessario per legge di nuove regole cui debbano attenersi i concessionari negli investimenti e nelle manutenzioni».

 

Inoltre debbono essere rafforzati «strumenti di controllo e verifica tecnica, da eseguire sistematicamente e periodicamente». La lettera conclude chiedendo «un'accelerazione delle procedure» perché questa situazione di stallo «non giova al buon andamento dell'agire amministrativo». Non manca la sottolineatura di una delle tante promesse che la politica fa quando succedono catastrofi salvo poi dimenticarsele il giorno dopo. Il governo aveva previsto una nuova Agenzia unica per la sicurezza. «Sono passati due anni», annota la Corte dei conti, «e si constata la mancata operatività». Insomma, una stilettata in piena regola.

 

Come finirà? Autostrade vuole tornare protagonista. Un mea culpa su come la società ha operato in questi anni favorirebbe un compromesso. Infatti non va sottovalutato quanto Francesco Merloni, a capo dell'Anac, Autorità anticorruzione, ha detto qualche giorno fa in Commissione Lavori Pubblici al Senato: «Ci fu un'interlocuzione molto faticosa con Aspi per ottenere le informazioni. Anche in un'occasione tanto drammatica non c'è stata collaborazione piena di Autostrade per l'Italia. Un comportamento che è stato particolarmente resistente nel fare trasparenza».

 

Il nastro è pronto per essere tagliato, i tempi del ponte firmato Renzo Piano sono stati più veloci di quelli della politica.

 

11/07/2020

(Italia Oggi)