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Una sforbiciata netta alle ambizioni del futuro bilancio europeo Proposta del presidente del Consiglio europeo gli stati: bilancio dell'Unione ridotto, aiuti intatti

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Ma resta intatto il budget per il Recovery fund: il piano finanziario straordinario da 750 mld di euro a sostegno delle economie dei paesi Ue più duramente colpiti dalla pandemia

 

di Luigi Chiarello

 

Una sforbiciata netta alle ambizioni del futuro bilancio europeo, ma resta intatto il budget per il Recovery fund: il piano finanziario straordinario da 750 mld di euro a sostegno delle economie dei paesi Ue più duramente colpiti dalla pandemia. Arriva, però, un «regalino» ai Paesi Bassi, per superarne il veto. Sono sei i pilastri su cui poggerà il possibile futuro accordo sulla strategia per la ripresa in Europa; ma «ora va trovato il giusto equilibrio per raggiungere un accordo politico»: lo ha chiosato ieri il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, dopo aver concluso i suoi incontri bilaterali coi leader dei paesi Ue e i rappresentanti dell'Europarlamento.

 

Il primo pilastro poggia sulla proposta relativa al Quadro finanziario pluriennale (Qfp) 2021/27 dell'Unione europea: «Ho proposto un bilancio di 1.074 mld di euro per raggiungere gli obiettivi a lungo termine e garantire piena capacità al Recovery plan. La proposta riflette due anni di discussioni tra gli stati».

 

Si tratta di un ridimensionamento netto: c'è un taglio di 20 mld rispetto alla proposta avanzata dallo stesso Michel a fine 2019 e di 10 mld rispetto a quanto messo sul tavolo dai capi di stato e di governo Ue in un vertice di febbraio. Ma, soprattutto, c'è una sforbiciata da 60 mld rispetto alla proposta avanzata dalla Commissione Ue (1.134 mld) e di 250 mld rispetto alla proposta dell'Europarlamento (1.324 mld).

 

Già, ma dove insistono i tagli? Restano invariate le risorse per le politiche di coesione (323,2 mld) e per la Politica agricola comune (333,3 mld). Invariati anche i fondi per le politiche di immigrazione (8,7 mld). Il grosso dei tagli piomba sul programma InvestEU, erede del piano Juncker per gli investimenti strategici: meno 10 mld euro, a cui si aggiunge un taglio di 5 mld sul piano ricerca. Questo cala a 75,9 mld.

 

Il secondo pilastro sono i «rebates», cioè gli sconti, le correzioni alla contribuzione: «Saranno mantenuti per Germania, Danimarca, Olanda, Austria e Svezia», ha detto Michel, per venire incontro alle istanze dei cosiddetti paesi frugali.

 

Sempre in favore dei paesi frugali e, in particolar modo, dell'Olanda, si dispone la costituzione di un nuovo strumento: una riserva di bilancio di 5 mld di euro per le «conseguenze imprevedibili della Brexit, in favore dei paesi più esposti verso il Regno Unito» a causa delle forti relazioni commerciali in essere. In sostanza, è una specie di do ut des per avere da L'Aia il via libera al pacchetto sul Recovery plan.

 

Il terzo pilastro per l'intesa, invece, è la dimensione del Recovery fund, confermato in 750 mld. Gran parte delle sue risorse è contenuta nel Fondo per la ripresa e la capacità di resistenza, che vale 560 mld. A questo si aggiunge il quarto pilastro dell'accordo e cioè la proporzione tra prestiti e sovvenzioni a fondo perduto nell'ambito del Recovery plan: 250 mld per i primi e 500 mld per i trasferimenti a fondo perduto, così da «evitare di sovraccaricare gli Stati con un livello più elevato di debito», ha spiegato Michel.

 

Il quinto pilastro dell'accordo a cui ha lavorato il presidente del Consiglio Ue «è la ripartizione dei fondi del Recovery plan», a garanzia che il denaro vada alle regioni e ai settori più colpiti. Michel ha proposto che il 70% dello strumento venga impegnato nel 2021-22 secondo i criteri di allocazione proposti dalla Commissione Ue e il 30% nel 2023 prendendo in considerazione il calo del Pil nel 2020/21. L'ammontare totale delle risorse dovrà essere sborsato entro il 2026.

 

Infine, il sesto pilastro tocca «la questione della governance e della condizionalità con tre obiettivi da raggiungere», ha spiegato il presidente del Consiglio Ue:

 

- il primo target sono i piani nazionali di riforma, che gli stati Ue prepareranno per il 2021-2023 in linea con le raccomandazioni del semestre europeo;

 

- il secondo è la transizione ecologica del sistema energetico e produttivo per far fronte al cambiamento climatico e portare l'Unione europea alla neutralità climatica entro il 2050;

 

- la terza condizionalità è la questione dello stato di diritto e dei valori Ue. Michel ha proposto che la Commissione europea e la Corte dei Conti Ue denuncino le lacune allo stato di diritto nell'implementazione del bilancio e nella definizione e concessione dei finanziamenti.

 

Tra una settimana, il 17 e 18 luglio, i 27 leader dell'Unione europea si riuniranno a Bruxelles per discutere di tutto questo.

 

11/07/2020

(Italia Oggi)