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Ricapitalizzazioni di stato per 44 miliard

Via libera della commissione europea agli aiuti italiani per la ricapitalizzazione delle grandi imprese colpite sul fronte dei ricavi dalla pandemia. Si tratta di quattro misure che mobiliteranno risorse fino a 44 miliardi di euro, finanziati attraverso emissione di titoli di stato

 

Via libera della commissione europea agli aiuti italiani per la ricapitalizzazione delle grandi imprese colpite sul fronte dei ricavi dalla pandemia da Covid-19. Si tratta di un ventaglio di quattro misure - che saranno gestite da una società veicolo ad hoc, costituita presso Cassa depositi e prestiti e denominata «Patrimonio Rilancio» - che mobiliteranno risorse fino a 44 miliardi di euro, finanziati attraverso emissione di titoli di stato. L'operazione è contenuta nel decreto Rilancio (art. 27 del dl 34/2020) e ha nel ministro dell'economia, Roberto Gualtieri, il suo regista. L'ok della commissione è nell'ambito del quadro temporaneo sugli aiuti di stato, varato dall'esecutivo Ue a seguito dell'impatto economico generato dal coronavirus. Per accedere agli strumenti di ricapitalizzazione pubblica le aziende dovranno essere reputate strategiche per l'economia e il lavoro. Ma al ciambellone di salvataggio potranno ricorrere solo società che non erano in difficoltà al 31 dicembre 2019.

 

Queste nuove misure affiancano i bonus patrimonializzazione pmi (si veda ItaliaOggi di ieri e articolo in pagina) e consistono in:

 

- iniezioni di capitale proprio;

 

- obbligazioni convertibili obbligatorie;

 

- obbligazioni convertibili, su richiesta del beneficiario o dell'obbligazionista;

 

- debito subordinato.

 

Bruxelles ha, comunque, posto dei paletti alle ricapitalizzazioni mediante Patrimonio Rilancio. Eccoli:

 

- il sostegno a disposizione delle imprese deve servire a mantenerne l'operatività e va utilizzato solo se non c'è altra soluzione, Inoltre il salvataggio dev'essere nell'interesse comune;

 

- l'aiuto va limitato all'importo necessario a garantire la redditività dei beneficiari e non deve andare oltre il ripristino della struttura patrimoniale antecedente lo scoppio della pandemia;

 

- il meccanismo di sostegno deve prevedere adeguata remunerazione dello Stato;

 

- beneficiari e proprietari devono rimborsare l'aiuto il prima possibile (mediante aumenti progressivi della remunerazione, divieto di dividendi e divieto di bonus alla direzione);

 

- vanno previste garanzie affinché i beneficiari non godano indebitamente della ricapitalizzazione dello Stato, per fare concorrenza sleale; ad esempio non devono poter effettuare acquisizioni finalizzate ad un'espansione commerciale aggressiva;

 

- gli aiuti ad una sola impresa superiori a 250 mln di euro dovranno essere notificati a latere alla commissione Ue e saranno oggetto di specifica valutazione.

 

Gli strumenti di debito subordinati dovranno infine rispettare limiti di fatturato e compensi previsti dal quadro temporaneo di sostegno e potranno essere concessi solo entro fine anno.

 

Luigi Chiarello

 

18/09/2020

(Italia Oggi)