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Covid e assegno di mantenimento: sì al taglio dell'importo

Storicamente, la riduzione dell'assegno è sempre stata possibile solo a fronte di una documentata contrazione dei propri redditi. Con l'emergenza sanitaria in atto alcuni paletti sono diventati meno rigidi, soprattutto per i liberi professionisti

 

di ALESSANDRO SIMEONE*

20 Settembre 2020

 

La legge prevede che gli assegni di mantenimento per il coniuge e per i figli possano variare nel tempo in funzione dei cambiamenti, soprattutto economici, che intervengono nella vita della famiglia separata. Sino a oggi i Giudici erano abbastanza rigidi: chi voleva abbassare l’assegno doveva prima documentare di aver subito una contrazione dei propri redditi e poi agire in giudizio. Questo principio, teoricamente corretto, non teneva conto che nella pratica, e soprattutto per i lavoratori non dipendenti, come autonomi e professionisti, la prova della contrazione del reddito la si poteva fornire solo a distanza di molto tempo dal verificarsi della perdita; un artigiano che aveva incassato meno nel primo semestre del 2018, doveva aspettare il luglio 2019 (quando diventava disponibile la sua dichiarazione dei redditi) prima di rivolgersi, con qualche speranza di successo, al Giudice.

 

La pandemia ha cambiato lo scenario: chi non ha la garanzia del posto fisso e ha perso le sue entrate in tutto o in parte non può attendere mesi, o anni, prima di essere autorizzato alla diminuzione dell’assegno ma ha bisogno di un intervento immediato. Di questa esigenza – di giustizia- ha cominciato a farsi portatrice la giurisprudenza. Il Tribunale di Terni, con un recente provvedimento, ha infatti diminuito l’assegno dovuto da un libero professionista alla moglie, ritenendo logico e verosimile che quel libero professionista (il cui core business era rappresentato da attività di consulenza a favore di piccole imprese) avesse ridotto la propria attività lavorativa e le proprie entrate a causa del Coronavirus.

 

Come sempre, però, occorre distinguere il grano dal loglio: non esiste un automatismo “Covid= crisi= diminuzione assegno” ma sarà necessario valutare caso per caso quanto l’emergenza sanitaria abbia inciso sulle entrate di colui che chiede la diminuzione. Questo anche per evitare, come purtroppo è già successo, che qualcuno, pur di risparmiare qualche euro, si professi improvvisamente nulla tenente ma trascorra le sue vacanze in hotel 5 stelle.

 

* Avvocato del Comitato Scientifico de Il Familiarista, portale interdisciplinare in materia di diritto di famiglia di Giuffrè Editore

 

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(La Repubblica)