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Istat, la crisi frena ricerca e sviluppo: investimenti giù del 4,7% nel 2020 nel settore privato

Mentre sono le imprese a fare da traino negli anni precedenti, con un contributo in crescita da parte delle imprese con meno di 50 addetti (+15,8% nel 2008). Bene in particolare la manifattura e il Made in Italy

 

di ROSARIA AMATO

21 Settembre 2020

 

ROMA - E' il settore privato che investe principalmente in ricerca e sviluppo, ma nel 2020 la crisi impone una brusca frenata: la previsione, rileva l'Istat, è di un calo del 4,7% rispetto al 2019, mentre cresce del 3% la spesa delle istituzioni pubbliche e rimane stabile quella delle istituzioni private non profit.

 

Mentre nel 2018 la componente principale della spesa complessiva in R&S intra-muros (imprese, istituzioni pubbliche, istituzioni private non profit e università), che ammonta a 25,2 miliardi di euro, con un'incidenza percentuale sul Pil pari all'1,43%, è costituita dalle imprese private, che investono 15,9 miliardi, il 63,1% della spesa totale, e lo 0,9% del Pil. Rispetto all'anno precedente, la spesa globale aumenta del 6%. E si rileva anche un maggiore contributo delle piccole e medie imprese: nel 2018 si registra in particolare un aumento del 15,8% nelle imprese con meno di 50 addetti. Bene in particolare il Made in Italy, soprattutto l'industria del legno, il tessile e l'agroalimentare.

 

La spesa cresce in tutti i settori nel confronto con l'anno precedente, ad eccezione del non profit: gli incrementi maggiori si registrano nelle imprese (+7,4%) e nel pubblico (+7,1%). Il sensibile aumento registrato nella spesa delle imprese dipende sia da un incremento importante del numero di imprese che hanno svolto attività interne di R&S nel corso del 2018 sia da un aumento della spesa sostenuta dalle imprese storicamente attive in questo campo. In particolare, l'investimento in R&S di 'nuovi' soggetti ha contribuito al 3,9% della spesa complessiva.

 

Anche nelle Università si rileva un discreto aumento (+2,6%), mentre il non profit subisce una perdita (-2,1%). Per il 2019 i dati preliminari segnalano ancora un ulteriore aumento della spesa complessiva in R&S delle imprese, del settore pubblico e del non profit. In particolare, la spesa cresce del 7,6% per il non profit, del 4,3% per le istituzioni pubbliche e dell'1,9% per le imprese.

 

Le imprese contribuiscono per la maggior parte della spesa in R&S (13,7 miliardi, pari al 54,5% dei finanziamenti complessivi). Seguono il settore delle istituzioni pubbliche con il 32,8% (8,2 miliardi) e i finanziatori stranieri che partecipano al 10,5% della spesa (circa 2,7 miliardi). Rispetto al 2017, aumenta la spesa finanziata dalle imprese nazionali e dal settore pubblico (rispettivamente +0,8 e +0,5 punti percentuali), è invece in calo la componente estera (-1,2 punti percentuali).

 

Indipendentemente dal settore esecutore, l’autofinanziamento si conferma la fonte principale della spesa per R&S. In particolare, le imprese nazionali finanziano il proprio settore per una quota pari all’83,2% del totale della spesa, quota in leggera crescita rispetto al 2017 (+0,5 punti percentuali). Riguardo alla spesa in R&S delle imprese, aumenta anche il contributo pubblico (dal 3,5% del 2017 al 4,9% del 2018) mentre si ridimensiona la componente estera, che si attesta all’11,7% (-1,9 punti percentuali rispetto al 2017). Anche nel settore pubblico nel 2018 l’autofinanziamento ha interessato una maggiore quota della spesa in R&S rispetto all’anno precedente, cioè l’86,9% contro l’85,8% del 2017.

 

(La Repubblica)