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Equitalia addio? Verrà assorbita dall’Agenzia delle Entrate

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Cosa c'è dietro l'annuncio di Renzi sulla riforma della riscossione

 

20/05/2016 - Matteo Renzi, nel consueto spazio #metteorisponde in cui dialoga via Twitter e Facebook con gli elettori, è salito su uno dei cavalli di battaglia delle opposizioni annunciando la prossima abolizione di Equitalia. “Al 2018 Equitalia non ci arriva” – ha detto mercoledì sera il premier. In realtà difficilmente vedremo abolizioni, quanto piuttosto una riforma già avviata dell’intero sistema di riscossione.

 

COSA FA EQUITALIA – Equitalia è una Spa a controllo pubblico (51% Agenzia delle entrate e 49% Inps) che gestisce la riscossione coattiva, procedendo alla riscossione diretta sia delle entrate erariali sia dei contributi. Si occupa anche di recuperare le entrate di oltre 6mila Comuni italiani, Regioni, Casse di previdenza, Camere di commercio e Inail

 

 

EQUITALIA DENTRO L’AGENZIA DELLE ENTRATE – L’approdo più probabile della riorganizzazione dovrebbe essere il ritorno della società all’interno del perimetro dell’agenzia delle Entrate. Con un possibile cambio di nome, il ‘lifting’ sarà completo. L’integrazione tra l’Agente della Riscossione e l’Agenzia delle Entrate è peraltro il paradigma seguito dagli altri paesi europei. In pratica, lo stesso soggetto che effettuerà i controlli e gli accertamenti sarà anche colui che poi dovrà andare a recuperare le somme evase, procedendo se necessario anche all’esecuzione forzata. In Italia, invece, tali soggetti sono sempre stati diversi e l’Agente per la riscossione è stato sempre una società di diritto privato, ma partecipata dagli enti pubblici.

 

SERVIZI – Tornando al piano di riorganizzazione già avviato, da luglio debutterà “Equitalia servizi di riscossione Spa”. La holding, attualmente composta da tre società incaricate della riscossione dei tributi, Equitalia Nord, Equitalia Centro ed Equitalia Sud, vedrà dunque queste ultime riorganizzate sotto una nuova Spa unitaria. Scatterà poi anche il riassetto di Equitalia holding “in coerenza con il mutato quadro di riferimento”. L’obiettivo principale, scrive l’azienda presieduta da Vincenzo Busa e con Ad Ernesto Maria Ruffini, è “il superamento delle residue duplicazioni organizzative consentendo – rispetto al modello attualmente in essere – ulteriori miglioramenti in termini di semplificazione e di efficacia dei processi di riscossione, nonché un’omogenea percezione di Equitalia da parte dei suoi interlocutori”.

 

Questo per quanto concerne le cose certe. Sull’abolizione, come detto, difficile capire quanto si tratti di campagna elettorale e quanto di progetti fattibili. Certo è che nel 2014 una proposta di legge sull’abolizione di Equitalia fu respinta dal parlamento coi voti del Pd. Dunque o c’è stata un’inversione di rotta, oppure si spaccia per abolizione ciò che è in realtà una riorganizzazione. Il che, in politica, non è certo inedito.

 

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Equitalia: entro il 2017 arriva la sanatoria

Prosegue il suo iter la nuova proposta che consente ai cittadini di stralciare parte dei debiti col fisco

 

 

09/05/2016 - La Legge per TuttiAvevamo anticipato qualche tempo fa la possibilità si una sanatoria sui debiti Equitalia, ora sembra che l’iter del provvedimento abbia preso una direzione ben precisa con un disegno di legge sulla rottamazione dei ruoli, meglio noto (sebbene impropriamente) come Sanatoria Equitalia o anche Condono Equitalia.

 

Il testo è stato, difatti, recentemente assegnato alla 6ª Commissione permanente (Finanze e tesoro) del Senato. La norma è particolarmente importante ed attesa da molti, in quanto, pur non contenendo una sanatoria vera e propria, dà la possibilità di saldare i debiti con Equitalia in modo graduale, senza l’applicazione di interessi e sanzioni e cancellando una parte del debito diventato insostenibile.

 

 

La nuova normativa non è vantaggiosa soltanto per i cittadini, ma anche e soprattutto per lo Stato: l’attuale situazione, difatti, è al collasso, con 682,2 miliardi di somme iscritte a ruolo complessivamente a carico di Equitalia (dato al 28 febbraio 2015), dei quali, però, 580,2 miliardi sono da considerare prudenzialmente inesigibili.

 

Considerando, dunque, la situazione di sofferenza dei crediti, nonché le continue richieste di cittadini ed imprenditori vessati dai debiti con lo Stato, dietro impulso del Movimento oppressi dal fisco, è stato realizzato il disegno di legge, presentato dalla senatrice Anna Maria Bernini, insieme al collega di gruppo Emilio Floris. La norma prevede piani di rientro che consentiranno di stralciare una parte del debito, ma nello stesso tempo consentiranno allo Stato di recuperare una grande fetta di quanto non riscosso.

 

LO SAI CHE LA CARTELLA DI PAGAMENTO DI EQUITALIA SCADE DOPO SOLO UN ANNO?

La cartella di pagamento di Equitalia scade dopo un anno

 

DESTINATARI – I destinatari del provvedimento sono i contribuenti sia in grave difficoltà finanziaria, sia in momentanea difficoltà finanziaria. In particolare:

 

  • per contribuente in grave difficoltà finanziaria si intende chi ha un debito, iscritto a ruolo, costituito per oltre il 50% da ruoli resi esecutivi prima del 31 dicembre 2010;
  • per contribuente in momentanea difficoltà finanziaria si intende chi ha un debito, iscritto a ruolo, costituito per oltre il 50% da ruoli resi esecutivi prima del 31 dicembre 2012.

I contribuenti tutelati sono sia i semplici cittadini, che i lavoratori autonomi e le imprese.

 

PROPOSTA DI RIENTRO – Il DDL rottamazione ruoli dà la possibilità, ai soggetti in momentanea o grave difficoltà finanziaria, di fruire di un piano di rientro, commisurato alle effettive difficoltà economiche riscontrate nel pagamento dei debiti con Equitalia.

Non sarà più, però, l’Ente a decidere se accettare o meno il piano, come avviene sino ad oggi, ma sarà proprio Equitalia ad essere obbligata ad accettare il rientro: il piano dovrà includere una rateizzazione compatibile con le possibilità del debitore e potrà contenere lo stralcio di una parte del dovuto (una sorta di “sanatoria”parziale).

Nel dettaglio, la proposta di rottamazione, o meglio di rateazione e stralcio, deve essere notificata dall’agente della riscossione, per via telematica, tramite posta elettronica certificata (PEC) entro il 30 aprile 2017 (cioè l’anno successivo a quello di entrata in vigore della legge, nella speranza che l’iter si concluda entro il 2016).

Equitalia deve poi trasmettere, per via telematica, la proposta all’Agenzia delle entrate e all’Inps, relativamente ai crediti di competenza degli Enti, entro il 31 maggio successivo.

Il contribuente, anche a mezzo PEC, deve comunicare la propria accettazione a Equitalia entro il 31 luglio successivo.

 

IL PIANO DI RIENTRO – I piani di rientro potranno essere di due tipologie, a seconda del grado di difficoltà finanziaria del contribuente:

per i contribuenti in grave difficoltà il piano potrà prevedere:

 

  • il pagamento integrale dell’Iva eventualmente dovuta;
  • il pagamento integrale dei contributi eventualmente dovuti;
  • il pagamento del 75% dei tributi (dunque lo stralcio del 25% degli stessi);
  • lo stralcio integrale delle sanzioni;
  • lo stralcio integrale degli interessi;
  • lo stralcio integrale dell’aggio di riscossione.

 

Per i contribuenti in momentanea difficoltà è previsto lo stesso trattamento per sanzioni, interessi e aggio, ma lo stralcio dei tributi si limita al 5%.

 

DILAZIONE DEL DEBITO – Per quanto concerne la dilazione dei debiti, la stessa sarà così strutturata:

 

  • per i debiti inferiori a 50.000 euro, 8 rate trimestrali, da saldare dunque in 24 mesi;
  • per i debiti superiori a 50.000 euro , 12 rate trimestrali da saldare dunque in 36 mesi.

In entrambi i casi, la prima rata deve essere versata entro il 30 settembre dell’anno in cui è stata ricevuta la proposta di definizione.

 

 

Equitalia pignora i piccoli e ignora i grandi evasori

A denunciarlo, dopo il caso Panama papers, è la Confedercontribuenti

 

06/04/2016 - “800 italiani sono coinvolti nel grande scandalo dell’evasione fiscale internazionale, ma a scoprirlo non è stata alcuna Agenzia Fiscale Italiana, bensì un gruppo di giornalisti. La notizia arriva quando Equitalia rende noto che nelle prossime settimane procederà ad effettuare i pignoramenti presso terzi, a mezza Italia, se scaduti i 60 giorni dalla notifica della cartella esattoriale, non si è proceduto ad effettuare il pagamento”.

 

E’ quanto si legge in una nota di Confedercontribuenti, che poi aggiunge polemicamente: “Insomma, mentre i miliardari portano nei paradisi fiscali i miliardi evasi e in molti casi riciclando soldi di dubbia provenienza, le imprese italiane si ritroveranno una nuova emergenza che li porterà ulteriormente a ‘chiudere’ i cancelli e licenziare i lavoratori”.

 

Il Presidente di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro, denuncia: “Come è possibile che non si riescano a colpire i grandi evasori? Sembrerebbe che si voglia ‘quasi con una regia programmata’, fare terra bruciata delle piccole e medie imprese italiane, vera ricchezza nazionale, non dando la possibilità di rientrare dei debiti fiscali iscritti a ruolo, con un piano di pagamenti compatibile per ogni azienda, senza sanzioni e interessi, mentre proprio oggi l’Istat ha certificato che la pressione fiscale resta altissima”.

 

 

Pignoramenti: ecco cosa può portarti via Equitalia e cosa no

L'elenco di cosa non si può pignorare secondo le nuove disposizioni elaborate e rese note da Equitalia: dalla prima casa alle pensioni

 

05/04/2016 - Cosa non è possibile pignorare? Quali sono i beni materiali che non possono essere sottratti al debitore?

Quando ci si impegna in un pagamento, occorre rispettare termini e scadenze. Se ciò non accade, il creditore ha la possibilità di recuperare quanto gli spetta procedendo con l’esecuzione forzata: uno strumento legale definito pignoramento.

 

Al debitore vengono sottratti dei beni in suo possesso per ristabilire la sua posizione nei confronti del creditore. Ma di che beni si tratta? Il creditore può sottrarre qualsiasi cosa? Analizziamo ogni aspetto. Per rispondere a queste domande bisogna per prima cosa stabilire la figura del creditore, ovvero se si tratta di un singolo privato o se si tratta dell’ente di riscossione Equitalia. Quest’ultima, nello specifico, dispone di un ampio margine di azione su ciò che è in possesso del debitore, ma ha anche tanti vincoli normativi a cui deve attenersi.

 

Per recuperare i crediti, ad esempio, Equitalia può agire sugli stipendi, ma rispettando una determinata percentuale: un decimo per le retribuzioni di importo non superiore ai 2500 euro, un settimo per quelle di importo compreso tra 2500 e 5000 euro e un quinto per quelli di importo superiore ai 5000 euro. Nel caso di debitori pensionati, invece, la normativa sul pignoramento obbliga Equitalia a tutelare l’integrità della pensione. Se si tratta di importi minimi inferiori a quelli dell’assegno sociale (448,30 euro mensili), la pensione in questo caso è intoccabile.

 

In merito ai conti correnti personali, Equitalia non può agire su di essi autonomamente, prelevando l’ultimo stipendio o l’ultima pensione acucreditati.

 

Un altro aspetto importante riguarda la prima casa che non può essere pignorata se:

 

  • non rientra nella categoria dei beni di lusso,
  • è l’unico immobile che il debitore possiede,
  • è adibita ad uso abitativo ed è la residenza principale del debitore.

Fatta eccezione nel caso in cui il debito superi i 20.000 euro, allora la casa potrà essere sottoposta a ipoteca.

 

Rispetto ai beni mobili, invece, l’ordinamento italiano cerca di tutelare fortemente il cittadino. Letti, tavoli, sedie, elettrodomestici di base sono considerati come essenziali e quindi esclusi dall’atto del pignoramento.

 

 

Equitalia: come pagare avvisi e cartelle. La guida

Vediamo tutti i mezzi per regolarizzare la propria posizione nei contronti di Equitalia

 

a cura di Fisco 7

06/08/2015 - Hai ricevuto una cartella esattoriale da Equitalia? Da oggi hai più possibilità di pagamento. Infatti, oltre alle cartelle, i contribuenti potranno saldare nei punti vendita Lottomatica e Sisal anche altri atti esattoriali, come per esempio bollettini del piano di rateizzazione, avvisi di intimazione e solleciti di pagamento.

 

Bollettino RAV per avvisi e cartelle

Per fruire di questa possibilità sarà sufficiente consegnare in ricevitoria il bollettino RAV, che Equitalia allega all’avviso di pagamento o alla cartella esattoriale, già prestampato con l’importo da pagare e un codice (serie numerica) ad esso collegato.

 

Pagare il bollettino RAV presso Lottomatica e SisalPay

Già dal 2013, grazie al Protocollo d’Intesa sottoscritto tra Equitalia e le due reti di ricevitorie nell’ambito del progetto “Reti Amiche”, Lottomatica e Sisal, i contribuenti possono saldare i bollettini di pagamento RAV allegati alle cartelle, sia entro i 60 giorni dalla data di notifica, sia oltre la scadenza in quanto l’importo viene aggiornato automaticamente con le somme aggiuntive previste dalla legge. (Continua sotto)

 

Modalità di pagamento

Le reti di Sisal e Lottomatica si aggiungono quindi alle altre possibilità di pagamento attivate da Equitalia. Oggi, infatti, gli avvisi e le cartelle esattoriali possono essere pagati presso:

sportelli Equitalia;

filiali bancarie;

uffici postali;

tabaccai convenzionati con banca ITB.

Più agevole e veloce anche il pagamento direttamente on line:

dal sito Equitalia – voce “Paga online” (www.gruppoequitalia.it)

con l’home banking del proprio istituto di credito se consorziato a CBI e aderente al servizio CBILL.

 

Bollettino RAV: pagamento on line

In particolare dal sito Equitalia si può pagare il bollettino RAV, entrando nell’area dedicata e inserendo:

codice Fiscale o partita IVA dell’intestatario del bollettino RAV;

codice RAV di 17 cifre indicato sul bollettino o generato con l’Estratto conto;

importo da pagare (se il debito è scaduto il sistema provvederà a ricalcolare l’importo aggiornato con interessi di mora e sanzioni).

 

Alessandra Caparello

(QF – Qui Finanza)